CASA NOCERINO - Il papà: "Cara Napoli Antonio ti ama: perché lo fischi?"

17.09.2011
18:27
Redazione Calcionapoli24.it

-ViaNuova Pizzofalcone, pieno centro di Napoli, tra il Pallonetto e Santa Lucia. Vicoletti che, l’uno diverso dall’altro, formano un intarsio che profuma di storia. E di semplicità. È qui che è cresciuto Antonio Nocerino, sgattaiolando tra le stradine strette e ritrovandosi spesso a Piazza Plebiscito, dove le partitelle tra “scugnizzi” erano immancabili. «E a volte gli amici lo prendevano in giro perché adorava Shevchenko e così aveva sviluppato una piccola simpatia per il Milan - racconta la sorella Patrizia - Dicevano che tifava per la squadra che vinceva...»

BATTICUORE - Il rossonero nel destino, insomma. «Erano le 7-7,05 del 31 agosto - racconta papà Ciro - Mi telefonò mia figlia e mi disse che Antonio era un giocatore del Milan. Ma io non ci credevo: volevo vederlo con la sciarpa al collo. Poi notai l’abbraccio dei compagni in Nazionale e dopo un paio d’ore ci telefonò lui in persona. Non so come sono riuscito a restare in piedi». L’emozione è ancora forte. «Sapete che ci disse? - interviene mamma Giovanna - "Sono contento per voi perché siete una famiglia esemplare e ve lo meritate". Ma io gliel’ho subito ricordato: "Guarda che hai fatto tutto da solo"». Proprio tutto no, in verità

SEMPRE INSIEME - Com’è noto, il suo primo allenatore è stato proprio il padre: «Ero istruttore alla scuola calcio di mio fratello e da quando aveva cinque anni ho sempre guidato il gruppo in cui c’era lui, finché non partì per Torino». I due ruoli, genitore e coach, si sono spesso intersecati: «Da piccolo, Antonio era bello robusto, così ho insistito con esercizi specifici affinché mettesse massa muscolare. Quando andavamo al mare, gli facevo fare un po’ di nuoto. Noi sulla barca e lui dietro che ci inseguiva...». Povero Antonio... «Ma no!!! Lui ha sempre fatto sacrifici senza lamentarsi. E non ci ha mai fatto pesare nulla. Nemmeno quando a 12 anni e mezzo andò alla Juve e ha vissuto un’intera adolescenza lontano dalla famiglia»

AMORE-ODIO - All’epoca, come adesso, il Napoli se l’è lasciato scappare. «Perché non è vero che è stato lui a non voler venire. Quest’estate, in particolare, non è mai stato contattato». Voci che probabilmente hanno alimentato il difficile rapporto con la tifoseria azzurra: «Antonio ama la sua città e ha sempre avuto grande rispetto - continua papà Ciro - Quando era al Piacenza segnò e non esultò. Sapete cosa ci dicono per strada? "Vostro figlio dà tutto quando gioca contro il Napoli". E io rispondo: "Ma le altre partite le vedete?"». «La verità è che c’è tanta gente invidiosa», aggiunge la mamma. Che proprio per questo motivo va raramente allo stadio: «A Parma una signora cominciò a offenderlo ripetutamente dandogli del ladro e io non ho resistito». Apostrofandola itamente. «Lei si agita, la teniamo lontano dai campi», scherza il marito

ANTONIO IN PRIVATO -Gli impegni calcistici impediscono a Nocerino di tornare spesso a Napoli. «Ma ci sentiamo tutte le sere. Puntualmente, alle nove, telefona lui. E se tarda un po’, la mamma va in ansia...». Un rapporto coltivato a chilometri di distanza. «Io continuo a dargli qualche consiglio calcistico - spiega il padre - Gli dico che su tre cose che gli chiede l’allenatore, deve farne due. È troppo diligente». Anche la sorella maggiore, Nunzia, lo bacchetta: «Me lo impone il ruolo - dice sorridendo - Ma tanto lo so che la maggior parte delle volte fa di testa sua... Ormai è grande». Eh già: marito di Federica, papà di Francesco e in arrivo c’è un’altra bimba, Cecilia. «E con lei saremo a quattro nipotini», gongolano i nonni. I due che abitano a Napoli, Checco ed Ale, stravedono per lo zio. «Milan, Milan, solo con te!!!», intonano timidamente. Napoli capirà.

Fonte : IlDomanidelloSPort - Napoli
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