Caso Cannavaro - Fabio e la moglie indagati per frode fiscale, c'entra un'attività intestata a Daniela ma...

23.10.2014
11:20
Redazione

Oltre un milione di euro: come riporta l'edizione odierna dei Tuttosport, è questa la cifra che Fabio Cannavaro non avrebbe pagato dal 2005 al 2010 tra imposta dirette e Iva. L’accusa arriva dopo i controlli effettuati dalla guardia di finanza di Napoli che ieri, in esecuzione di un'ordinanza del gip, ha sequestrato beni per il valore di circa 900.000 euro all'ex difensore della Juventus e della Nazionale. La frode fiscale sarebbe stata compiuta tramite la Fd Service srl, società di noleggio di imbarcazioni di lusso gestita insieme con la moglie Daniela Arenoso. Secondo gli accertamenti dell'Agenzia delle entrate si trattava invece di un’attività d'impresa simulata: le tre imbarcazioni da diporto della società erano utilizzati dai coniugi Cannavaro per fini personali. Ulteriori indagini della polizia tributaria avrebbero accertato il diretto coinvolgimento dell’ex difensore, titolare di fatto della società, e di un prestanome (Eugenio Tuccillo) di scarsa capacità reddituale che si sarebbe volontariamente prestato a rilevare le quote della società durante la verifica fiscale, mettendola poco dopo in liquidazione. Oltre a Cannavaro, alla moglie e a Tuccillo è finito sotto inchiesta anche un cognato dell’ex calciatore. Per tutti l’accusa è di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sequestrati soldi su conti correnti bancari e una imbarcazione Itama 38 del valore di 180.000 euro. 
La difesa 
Gli accusati negano le accuse, come sostengono i loro avvocati Luigi Petrillo e Virgilio Marino: «Cannavaro e sua moglie desiderano precisare che le imputazioni formulate a loro carico riguardano esclusivamente il regime fiscale applicabile a una società rappresentata dalla signora Arenoso, che si occupava di noleggio a terzi di imbarcazioni da diporto. Su tale vicenda è in atto da anni un importante contenzioso tributario che non si è ancora concluso, nel quale è stata rappresentata la sostanziale opinabilità dei rilievi dell’Agenzia delle entrate. In ogni caso i coniugi Cannavaro, convinti della correttezza fiscale della loro posizione, hanno dato mandato ai loro difensori di fornire all’autorità giudiziaria ogni necessario chiarimento, impugnando il provvedimento di sequestro eseguito». Una posizione da cui dissente il pm Claudio Marcopido: «Sono stati sottratti ingenti (e rilevanti ai fini penali) fondi economici alla tassazione diretta e al regime Iva. Sono state simulate operazioni fittizie di compravendita di beni di rilevante valore al fine di evitare procedure esecutive intese a soddisfare debiti contratti con il fisco». Nel corso delle indagini, la Guardia di finanza ha ascoltato come persone informate sui fatti diversi ormeggiatori: tutti hanno affermato che le barche della Fd Service venivano usate da Cannavaro e dalla moglie, che a volte ospitavano degli amici, ma non erano noleggiate. I coniugi hanno esibito alcune fatture relative a presunti noleggi o locazioni delle barche: ma secondo il gip, mancano gli altri documenti che attestino le avvenute prestazioni come documenti precontrattuali, documenti relativi al versamento di caparre o depositi cauzionali per eventuali danni alle imbarcazioni, documenti che dimostrino il buon esito delle trattative. E da Dubai, dove ha giocato per un certo periodo, Cannavaro versava ogni mese denaro sul conto corrente della Fd Service per consentire ai commercialisti la gestione della società

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