Cassano lascia il calcio: "Non ho più la testa e la continuità". Da quell'urlo al presidente Rana allo scontro con Totti e il gol maradoniano all'Inter

14.10.2018
17:00
Redazione

Alla fine, dopo l'ennesimo tentativo, ha scelto di non tornare, tra il campo e la vita, ha scelto la vita, Antonio Cassano, il più irregolare

Alla fine, dopo l'ennesimo tentativo, ha scelto di non tornare, tra il campo e la vita, ha scelto la vita, Antonio Cassano, il più irregolare dei principi di fascia e d'area, dopo un anno di stop e il tentativo con l'Hellas Verona, aveva provato con la Virtus Entella, una settimana di possibilità, allenamenti, nuovi progetti, e poi ha scelto di smettere, dice di «non avere testa né continuità», in realtà non le ha mai avute, per questo piaceva, per il suo essere un vero eversore, a istinto, senza fini, solo l'esercizio del sé, il calciatore amletico cazzaro.

L'ADDIO AL CALCIO DI CASSANO

Come riporta Il Mattino:

"Uno dei migliori uomini assist del calcio italiano, ma anche il più tormentato e irriverente, senza nessun calcolo, con un solo intento: non tradirsi. Cassano si è smontato e rimontato molte volte, con una sistematicità ossessiva, in modalità codificate, come l'ultima volta contro Donadoni a Parma e prima con Stramaccioni all'Inter e via andare fino al presidente della Sampdoria Garrone, alle mani addosso con Capello o alle litigate con l'amico Totti. Cassano si è auto-emarginato fino ad escludersi, si è defilato sulle fasce fino ad uscire dal campo, tornando in due brevi intervalli, ma senza più voglia, e a guardare i tanti che non volevano smettere mai su tutti Francesco Totti il suo addio appare ancora più singolare, smette per noia, certo non è povero, certo non gli è mai piaciuto essere un un pupazzo, lasciando a tutti persino ai critici maggiori il dubbio che potesse ancora farlo qualche anno di assist e gol, che potesse ancora giocare e divertire, anche perché i calciatori come Cassano nel nostro campionato non è che si buttino. È sempre quello che dribblando un avversario con un tunnel trova la velocità mentale per dirgli: «Tieni lo stesso vizio di tua madre: sempre con le gambe aperte», però comincia a uscire di meno, intanto si è sposato con la pallanuotista Carolina Marcialis, dalla quale arrivano due figli (Christopher e Lionel), certo non mancano le cassanate, ma di sicuro non ripete le scene che faceva nella Pro Inter a Bari : arrivava davanti al portiere e si fermava. Urlando al presidente Rana: «Io a questo portiere non segno, è troppo scarso». Il padre, Gennaro, spazzino, dopo aver tentato di riconoscerlo e chiamarlo Paolorossi (il motivo era il giorno della nascita 12 luglio 1982, Antonio nasceva il giorno dopo il trionfo della Nazionale al Mundial in Spagna), lo abbandonò e si rifece un'altra famiglia. «Il pallone mi ha tolto dalla strada». Cassano cominciò a segnare gol meno importanti di quelli di Paolo Rossi, ma molto più belli, fino ad arrivare a quello contro l'Inter, che era maradoniano".

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