CdM - Ancelotti ritrova il suo Paris Saint-Germain: proprio oltralpe aveva iniziato suo figlio Davide

23.10.2018
14:10
Redazione

NAPOLI Qualche giorno fa Paris Saint Germain-Napoli è iniziata su twitter, i due club si sono stuzzicati e hanno dominato gli ex negli sfottò.

NAPOLI Qualche giorno fa Paris Saint Germain-Napoli è iniziata su twitter, i due club si sono stuzzicati e hanno dominato gli ex negli sfottò. Il Psg ha postato un’immagine di Cavani, il Napoli ha risposto con Ancelotti. Entrambi hanno un peso significativo nella storia dei due club, il Matador a Napoli ha realizzato 104 gol, è stato il trascinatore della prima esaltante avventura in Champions League e della Coppa Italia vinta nel 2012. Il Napoli non portava a casa un trofeo da 22 anni. Il destino è comune, anche per i supporters del Paris Saint Germain Carlo Ancelotti in panchina significa ritorno alla vittoria con la Ligue 1 nel 2013. Il Psg non vinceva il titolo da diciannove anni e da quel momento è iniziato un ciclo che ha portato quattro titoli nazionali in cinque anni. «Ai miei tempi c’era il desiderio di portare una cultura di alto livello, professionalità e qualità, è bello vedere come cresce il Psg, è uno dei migliori in Europa, può vincere la Champions League», ha sottolineato Ancelotti in un’intervista a France Football. L’allenatore del Napoli domani ritrova la sua Parigi, quella dei successi e dei trionfi. Delle gioie e anche delle pene. Ritrova la città che lo ha formato, che gli ha dato e dove ha vinto. Con il suo stile, le sue conoscenze. Al parco dei Principi da «azzurro» per costruire un team di livello più alto in un campionato che da quest’anno ha accolto un altro dei suoi ex pupilli, l’amico Cristiano Ronaldo. Al quale riconosce grandezza stellare ma da «napoletano» gli imputa: «E’ un grande professionista, ha soltanto la colpa di essere andato alla Juventus». «E’ un Napoli diverso dal passato - ha aggiunto Ancelotti ai francesi di France Football - non c’è Maradona ma giovani destinati a diventare grandi. Il Napoli gioca bene da diversi anni, ha già tanta qualità. Io porto un po’ di esperienza, aiuto la squadra ad avere più coraggio e personalità». Elementi di cui avrà necessariamente bisogno domani sera. La sfida è di quelle proibitive, ma Re Carlo (e lo ha già dimostrato contro il Liverpool) sa il fatto suo. Ne sono convinti anche a Parigi, dove all’epoca Ancelotti arrivò come uno tra gli allenatori più pagati al mondo. L’impatto non fu entusiasmante, il Montpellier sorpassa il Psg e vince il campionato. La delusione viene metabolizzata, Ancelotti si dedica a potenziare l’organizzazione del club, chiama il suo vice storico Paul Clement, a Parigi vive la sua prima esperienza al fianco del papà Carlo anche il figlio Davide, suo principale collaboratore nell’avventura napoletana. «Nel centro sportivo non c’era neanche un ristorante, i giocatori arrivavano mezz’ora prima dell’allenamento e se ne andavano subito dopo», racconta nel libro «Il leader calmo». Nell’estate del 2012 il dg Leonardo fa la spesa in Italia, arrivano Verratti, Lavezzi, Thiago Silva e Ibrahimovic. «Se il Psg è diventato il club che è oggi non è merito degli ultimi arrivati ma di Carlo, è stato lui ad iniziare tutto», ha raccontato Ibrahimovic, che ha condiviso con Ancelotti il Parisien Project per la crescita del club. L’avventura transalpina ha regalato anche dei momenti difficili, come quando l’amico Leonardo, dopo la sconfitta di Nizza, pochi giorni prima della sfida di Champions League contro il Porto gli disse: «Se non vinciamo lei è esonerato». Il Psg vinse, Ancelotti rivelò a Leonardo che a fine stagione sarebbe andato via e continuò il suo percorso vincendo la Ligue 1 ma il rapporto ormai era incrinato e così Ancelotti si trasferì a Madrid. La storia oggi lo colloca a Napoli e al Parco dei principi non troverà tutti i suoi fedelissimi di un tempo. Il suo vecchio capitano Thiago Silva non dovrebbe farcela per infortunio mentre altri due giocatori a lui molto legati come Verratti e Di Maria vanno verso il recupero.

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