CdM - Da Maradona a Higuain e Callejon, le relazioni pericolose e i controlli che mancano
Diego Armando Maradona nella vasca da bagno a forma di conchiglia in compagnia del boss Carmine Giuliano, padrone di Forcella. Era il 1987, il Napoli vinceva in quella stagione il suo primo scudetto. All’epoca i social non c’erano e la foto fu diffusa qualche tempo dopo dai quotidiani e fece da apripista alle relazioni pericolose tra calciatori e camorra. Che resistono a distanza di tre decenni, seguendo l’evoluzione dei tempi. Il pentito Antonio Lo Russo ha frequentato assiduamente casa Lavezzi; Hamsik è apparso in foto con un altro camorrista senza neanche sapere chi fosse; Balotelli sorpreso a Napoli in sella a un motorino nelle strade di Scampia. L’ultimo caso: festa di compleanno di Callejon con uno degli imprenditori finiti in manette ieri. Ciak di frequentazioni assidue che popolano le bacheche dei social di gente improbabile e piena di soldi. Da Maradona a casa dei Giuliano, all’imprenditore imparentato con i clan che frequenta Higuain e Callejon: è il passaggio dall’immagine della camorra squarciona degli anni Ottanta ai clan mimetizzati. Il problema non è il contatto in sé, ma i canali attraverso i quali questo contatto avviene, cioè la via utilizzata per poter avere un aggancio con calciatori che per il tifoso medio sono blindati. Lo riporta Il Corriere del Mezzogiorno.