CdN e la statistica: "Sarri sa che l'ultimo allenatore ad aver perso alla prima di campionato è Donadoni?"

24.08.2015
12:10
Redazione

Chissà se Maurizio Sarri è scaramantico. E chissà se qualcuno gli ha detto che l’ultimo allenatore del Napoli a perdere all’esordio in campionato era stato Roberto Donadoni, esonerato di lì a poco. Troppo in fretta etichettato maestro, il mister venuto dalla gavetta affonda a Reggio Emilia sotto le accelerazioni di un Sassuolo bello e assatanato.  Il Napoli vero, quello che Sarri vorrebbe vedere in campo, dura venti minuti scarsi. Poi, implacabilmente, si squaglia. E risalgono a galla tutti i problemi di una squadra che deve ancora trovare un’identità. Frana la difesa, che butta via tutto quello che di buono aveva fatto nelle ultime due amichevoli: subisce due gol, ma soprattutto non dà mai la sensazione di avere l’assetto giusto. Si smarrisce Chiriches, si perde Albiol e i due gol dei neroverdi arrivano centralmente, esattamente come succedeva un anno fa. Poi gli esterni: Maggio opaco e Hysaj fuori ruolo, inspiegabilmente schierato a sinistra dove, invece, ci sarebbe comunque Zuniga, in attesa del rientro di Ghoulam. Non va meglio in mediana: Valdifiori è solo e non si vede, Hamsik, alla sua 91esima rete in 358 partite ufficiali con la maglia del Napoli, vive come al solito di lampi, Lopez fa come sempre il compitino. Il tutto mentre Allan, l’acquisto più costoso del mercato estivo, resta seduto in panchina per tutta la partita. Così, la nottataccia di Reggio Emilia lascia addosso la sensazione che il Napoli sia ancora solo un bel progetto su carta ma che il cantiere sia ancora chiuso. Nervoso e smarrito, Sarri, che se la prende con l’arbitro Doveri, al punto da meritarsi una ramanzina nell’intervallo. Nervoso e smarrito, l’ex allenatore dell’Empoli anche quando si tratta di operare i cambi. Stupisce la sostituzione di Higuain dopo 18’ del secondo tempo. E’ vero che il Pipita non è ancora in condizione, ma la scelta di richiamarlo in panchina preferendogli Gabbiadini, è un messaggio non certo positivo per l’argentino, che in panchina si ritrova con lo sguardo nel vuoto, ma neanche per l’azzurro, ufficialmente designato riserva del Pipita. Non a caso, quando l’argentino viene richiamato in panchina, i 7mila tifosi del Napoli del Mapei Stadium fischiano il tecnico, che insiste a schierare Mertens nel ruolo non suo di seconda punta e fa entrare Callejon, molto più a suo agio in quella posizione, solo nella ripresa. Inevitabile, a fine gara, una difesa d’ufficio. “In questo momento non è possibile fare di più – ha detto il tecnico – bisogna lavorare sulla concentrazione. Siamo partiti bene, ma poi siamo calati e su questo dovremo lavorarci. Il lato positivo è che abbiamo fatto di tutto per rimettere la partita in sesto, anche se alla fine è andata male. Sapevamo che avremmo affrontato una squadra forte e che ha tempi e movimenti giusti, mentre noi siamo in costruzione. Non è un’assoluzione ma preferisco perdere provando a lottare”. Sul cambio di Higuain, il tecnico spiega che il Pipita “non è ancora al top e io devo preservare i giocatori fisicamente in vista anche delle altre competizioni. Non credo però di aver schierato giocatori fuori posizione: se la pensassi così, cambierei lavoro”. 

Fonte : Cronache di Napoli
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