CdN - Spunta una telefonata di De Laurentiis "Se sbaglia lo caccio via come Donadoni". L'ha saputo anche Sarri
A fare la vittima sacrificale, Maurizio Sarri non ci sta. Ancor prima di prendere possesso della panchina del Napoli, ha capito che la sua è una situazione delicata. E soprattutto ha capito il rischio maggiore: finire da solo sul banco degli imputati, magari subito in caso di falsa partenza. Un classico, ormai, nel rapporto tra Aurelio De Laurentiis e gli allenatori del Napoli. E Sarri probabilmente se n’è reso conto già in quella settimana di trattative che infatti definisce “snervante per entrambi”. Del patron, dice che ha “una personalità fortissima", una definizione che fa capire come il nuovo allenatore azzurro abbia già preso le misure al presidente. Tiene la guardia alta, Sarri, specie da quando gli hanno riferito una frase tagliente del patron. Parlando di lui nel corso di una conversazione telefonica, Don Aurelio è uscito allo scoperto: “Se sbaglia lo caccio via come ho fatto con Donadoni”. Una frase che ha messo Sarri in allarme. Anche per questo, alla sua prima vera uscita pubblica da allenatore del Napoli in un dibattito in Toscana, l’ex tecnico dell'Empoli ha lanciato una frecciata a De Laurentiis. “So che allenare il Napoli sarà un’esperienza bellissima ma al tempo stesso molto difficile – ha spiegato Sarri – è una piazza dove ci sono grandi tensioni e cercherò di mettercela tutta per evitare un esaurimento nervoso: se mi diverto io si diverte anche la squadra ed alla lunga arriveranno i risultati. Sono uno che non si monta la testa: quest’anno Sarri andava di moda, in tanti venivano a seguire i miei allenamenti, ma nel calcio si fa presto anche a passare di moda. Io cercherò di lavorare al meglio, però non so se il mio metodo sarà adatto a Napoli. In questo senso credo che la società possa la fare la differenza: se è a fianco dell’allenatore, allora si può lavorare bene e molto. Altrimenti diventa impossibile”. Chiaro il messaggio, destinatario De Laurentiis: per far giocare il Napoli alla mia maniera, avrò bisogno dell'appoggio del club, un appoggio che certo non traspare dalle parole del patron. La società, certo, ma anche la squadra. E così, l’altra “cartolina” dalla Toscana Maurizio Sarri la spedisce ai giocatori, in primis ai big del Napoli, diffidenti verso un tecnico che non ha il palmares di Benitez e che ha alle spalle un passato mediocre da calciatore. “Diceva Sacchi che non serve aver fatto prima il cavallo per fare il fantino e credo avesse ragione – è la replica di Sarri – Ad Empoli abbiamo creato un gruppo e cresciuto alcuni giovani promettenti in un contesto in cui club e tifosi sapevano aspettare. So già che a Napoli sarà tutto più difficile, anche farsi seguire da giocatori che vengono da altri metodi e hanno stipendi diversi e carriere diverse. Purtroppo in Italia si è portati a pensare che chi guadagna di più deve correre di meno, mentre io credo sia il contrario”. Ha capito tutto, Maurizio Sarri. E a fare la vittima sacrificale non ci sta: “Sono abituato allo scetticismo, ci convivo da sempre. Certo Napoli è una piazza importante, abituata a nomi internazionali, ma io ho il mio modo di allenare. Vedremo se sarà adatto a questa squadra”