Chelsea, Morata esalta Sarri: "Il suo sistema è perfetto per me! Mi lasciò a bocca aperta, chiese cosa pensavo dell’indipendenza dei Paesi Baschi..."

15.11.2018
11:50
Redazione

Alvaro Morata, attaccante spagnolo del Chelsea, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Ve ne proponiamo un breve stralcio. MORATA ESALTA

Alvaro Morata, attaccante spagnolo del Chelsea, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Ve ne proponiamo un breve stralcio.

MORATA ESALTA SARRI

Sono cambiati anche gli allenatori del Chelsea e della nazionale. Iniziamo da Maurizio Sarri.

«Mi avevano detto che è un tecnico che gioca molto bene con la palla e che ama il lavoro tattico, però anche che ha una buona relazione personale con i giocatori, e così è stato. Sarri conosce alla perfezione la differenza tra i vari momenti nella vita di una squadra: quando bisogna lavorare in campo è il primo a dare l’esempio e sembra un generale, quando deve scherzare con lui muori letteralmente dalla risate. E il tutto si riflette sul gruppo, stiamo molto bene insieme e giochiamo un bel calcio: siamo appena un po’ indietro in classifica solo perché abbiamo fatto alcuni pareggi. Ma siamo con Sarri da poco, non abbiamo ancora perso e va benissimo così anche perché la competizione in Premier è durissima. E miglioreremo»

Cosa l’ha sorpresa di più di lui?

«Il fatto che non c’è bisogno che succeda qualcosa, che t’infortuni, che giochi bene o male, per parlare con lui. È sempre disponibile e interessato: ti chiede come stai, come ti va la vita, questioni di calcio ma anche la prima cosa che gli viene in mente, non so, la situazione politica del tuo Paese. Una delle prime volte che lo incontrai mi chiese cosa pensavo dell’indipendenza dei Paesi Baschi. Rimasi a bocca aperta, non me l’aspettavo. Ci mettemmo a parlare con passione, e non è una cosa tanto scontata»

E in campo?

«Il suo sistema è perfetto per me: quasi tutti i palloni mi arrivano quando sono di fronte alla porta e non è la stessa cosa di quando giocavo spalle alla porta e dovevo girarmi. Quello non è il mio gioco. Uno dei posti dove ho giocato meglio è stato alla Juve e anche lì non dovevo girarmi, dovevo solo attaccare lo spazio e correre con la palla in avanti. Come ora: avrei potuto segnare qualche gol in più se fossi stato più preciso»

Notizie Calcio Napoli