Corbo: "La rivolta del 5 novembre pone queste tre domande a società ed allenatore"

18.11.2019
12:10
Redazione

La rubrica di Antonio Corbo su Repubblica

Notizie Calcio Napoli -L'edizione odierna di Repubblica con il consueta appuntaemnto con l'editoriale di Antonio Corbo pone almeno tre domande a società e allenatore dopo la rivolta del 5 novembre.

1) M a bisogna andare in Nazionale, giocar bene, segnare per riprendere la dimensione persa nel Napoli? Insigne rischia di essere impopolare, come tutti i campioni acerbi che non sanno gestire il successo. Nulla perdona il tifoso a chi è nato da queste parti. Ma il calcio merita riflessioni senza pregiudizi né sentimentalismi. Che non sia un buon capitano, lo dimostra per i suoi atteggiamenti: reattivo e suscettibile. Il rifiuto del ritiro registra una reazione contraria al ruolo. Ha agito da capopopolo, doveva ragionare da leader. [...] Insigne va schierato nel 4-3-3, al limite nel 4-2-3-1, altrimenti va escluso o ceduto. Se è vero che le ultime tensioni derivano anche da disguidi tattici il Napoli deve decidere: non può insistere sul 4-4-2 con Insigne quarto a sinistra. La Nazionale correttamente sposta al centro Insigne quando avanza Emerson. Era il segreto di quella magica catena di sinistra nei 91 punti. Qui non è responsabile Ancelotti: è sparito Ghoulam, era uno dei migliori difensori mancini in Europa.

2) La crisi del Napoli richiama il mercato. Il 4-3-3 è una buona idea. Ma attenti: mancano due giocatori chiave del Napoli di Sarri. Ghoulam, ma anche Jorginho. Il Napoli non ha coperto i due ruoli. Si urlava al vento: era opportuno giudicare le condizioni di Ghoulam, come l’esigenza di un mediano centrale. Il declino non è dovuto solo ai giocatori, anche a chi ha formato una squadra incompleta.

3) I malumori per gli estenuanti rinnovi. Callejòn e Mertens festeggiano il 33esimo compleanno nei prossimi 11 febbraio e 6 maggio. In questo calcio miope e ipocrita si confondono torti e ragioni. Se i due contratti scadono il 30 giugno 2020, De Laurentiis ha il dovere, non solo la facoltà di valutare il rapporto tra il costo per il successivo biennio ed il prevedibile inferiore contributo di due giocatori di 33, 34 e 35 anni. Ha fatto un’offerta. Sta a Callejòn e Mertens accettare o rifiutare, giocando al massimo fino alla scadenza. Senza rabbuiarsi. Il rinnovo è inteso nel calcio come doverosa gratitudine per quanto i giocatori si son fatti amare. Un errore. 

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