Corbo scrive: "Benitez ricorda quelle ragazze che vogliono vedere il conto in banca prima di fidanzarsi, eppure..."
Il Napoli potrebbe essere domani nell’urna di Nyon fra le prime quattro squadre di Europa League. Si prepara ad una serata emozionante ma dall’esito scontato, o che sembra scontato, quasi come una seduta di laurea. Per offrire in Eurovisione l’immagine di uno stadio pieno deve invitare 10 mila bambini. Bella idea. La retorica è miele spalmato su due amare verità. Un errore di calcolo del club, che ritenendo la qualificazione meno probabile aveva fissato prezzi alti. La seconda: un atteggiamento errato del pubblico. Il cliente stavolta non ha ragione, né la usa. Il tifoso è distratto da un paradosso: nel giro di venti giorni, passa da critiche di feroce provincialismo a Benitez, magari fuorviato in tv da giganti dell’opinione, ad una improvvisa rivalutazione di un tecnico ancora ieri troppo sibillino. Se l’altalenante Benitez permette, sappia cosa pensa una minoranza silenziosa. Prima del futuro e del suo milionario ingaggio, c’è il presente. Quindi: c’è tutto il fascino di un calcio da vivere, di un Napoli che stasera elimina, toccando ferro, la seconda squadra della Bundesliga. Non solo: c’è l’eccitante ansia di una qualificazione Champions da recuperare in campionato. Alla fine, decideranno i fatti. Se Benitez avrà vinto, potrà noleggiare il solito jet privato, volare in Inghilterra e mettersi all’asta. In questo caso, De Laurentiis dovrà fittarne un altro per inseguirlo nei cieli di Liverpool lanciando euro come una volta i manifestini della pubblicità. Tutto il resto è noia. Tempo perso. Calcio sprecato. Che l’allenatore voglia vedere il business-plan prima di decidere, fa sorridere. Ricorda quelle ragazze di provincia che prima di concederla chiedono all’innamorato impaziente la sua diversa prova d’amore: mostrarle il conto in banca. Si chiama business plan?