Coronavirus, gli esperti e i quesiti sugli esami del sangue: "Serve capire quali anticorpi ci proteggono e per quanto tempo"

03.04.2020
15:00
Redazione

News Coronavirus, la sfida è capire quali anticorpi ci difendono maggiormente dal virus

Ultimissime - Uno dei temi su cui stanno convergendo le maggiori attenzioni a proposito della pandemia di Covid-19 è, ora, quello che verte sugli esami del sangue per la ricerca degli anticorpi contro il virus che la sostiene.

Come riporta Il Corriere della Sera:

"Per capire di che cosa si tratta è utile partire da una distinzione: non si parla di esami che sostituiscono o si sovrappongono all’ormai famoso «tampone». Questo è un test il cui scopo è stabilire se una persona ha il virus «addosso» in quel momento (pur con margini di errore) e viene eseguito cercando il suo Rna nelle secrezioni del naso o della gola. Gli anticorpi che si vanno a cercare sono essenzialmente di due tipi: IgM (Immunoglobuline M) e IgG (Immunoglobuline G). Le IgM vengono prodotte per prime in ordine di tempo dopo che è avvenuta l’infezione, le IgG successivamente. «Nella fase in cui ci troviamo adesso il primo problema che ci dobbiamo porre è stabilire, fra i molti test in commercio a questo scopo, quali sono davvero affidabili— spiega Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani e della Federazione Italiana Società Scientifiche di Laboratorio—. Una risposta in proposito la si potrebbe ottenere in breve tempo, diciamo una settimana, coinvolgendo i laboratori di microbiologia clinica del nostro Paese». «In Veneto abbiamo cominciato a verificare i test disponibili» interviene Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia e Virologia dell’Ussl 2 di Treviso, che nella sua regione sta coordinando la parte organizzativa su questo fronte. «Ne abbiamo individuati alcuni effettivamente affidabili, ma va sottolineato che la maggior parte di essi non sono risultati tali e quindi sarebbe disastroso usarli perché potrebbero indurre a considerare immuni dal virus persone che invece non lo sono affatto». Altro quesito: nel caso si trovino anticorpi neutralizzanti come si potrà sapere quanto dura l’immunità? «Potremo capirlo controllando a cadenza fissa, per esempio ogni tre mesi, chi ha anticorpi protettivi» chiarisce Clerici".

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