CorrSport - Hamsik ritrova Reja, tutto ebbe inizio da lì
E lì che è partito tutto, dall'incontro con Reja che ha saputo cogliere in lui il campione purosangue. Hamsik dovrà essergli riconoscente, vedremo come si comporterà al San Paolo. A tal proposito, l'edizione odierna del 'Corriere dello Sport' scrive: ""E’ stato bello, anzi bellissimo: perché in quel triennio (circa) è cominciata questa storia che ha portato Hamsik sino alle 400 partite con il Napoli. E’ stato un lustro - più o meno - vissuto fianco a fianco ad Edy Reja, il suo papà partenopeo, l’uomo che prima di ogni altro ha osato, accostando Hamsik «un po’ a Gerrard ed un po’ a Lampard», l’allenatore che senza indugi ha puntato su quel ragazzino ventenne arrivato da Brescia e catapultato tra i grandi del calcio, assegnandoli un ruolo, una maglia, delle responsabilità, facendolo crescere fino a farlo diventare punto di riferimento di un progetto. E’ stata una favola con il lieto inizio, che continua ancora, e che lunedì scriverà un altro capitolo, perché quando Hamsik e Reja si incontrano è sempre una emozione, sono ricordi che scivolano via leggeri, sono episodi curiosi divertenti, svelati nel tempo. Hamsik ritrova Reja, che gli ha spalancato il grande calcio, glielo ha consegnato, rischiando con un debuttante (che arrivava dalla B con il Brescia) però senza mandarlo allo sbaraglio: alla fine della prima stagione, furono subito trentasette partite in campionato e nove gol, tra cui la memorabile cavalcata contro il Milan che valse la qualificazione all’Intertoto e costò ai rossoneri la qualificazione in Champions. Hamsik ritrova Reja e dovrà dirgli almeno una trentina di volte grazie, perché l’esplosione dello slovacco avviene soprattutto in quella fase della carriera, quando l’enfant prodige si impone a modo suo, irrompendo tra le linee, sorprendendo con blitz alle spalle della difesa altrui. Hamsik e Reja hanno avuto un rapporto di grandissimo affetto eppure, l’ha rivelato Aronica giorni fa, ci fu un giorno in cui l’attuale capitano, nel corso di un allenamento, si lasciò andare - atteggiamento inconsuento, più unico che raro per lui - contro il tecnico, arbitro blando d’una gara in famiglia e colpevole d’aver ignorato un fallo. Ci scappò persino la multa, ovviamente per dotare ulteriormente il salvadanaio poi destinato alla beneficenza: 500 euro e qua la mano".