CorSport - Callejon versione centrocampista centrale: a Roma sarà possibile vederlo al fianco di Allan o Fabiàn

31.03.2019
08:50
Redazione

Secondo l'edizione di oggi del Corriere dello Sport, la porta no, almeno quella gli è stata negata: però mai dire mai, potrebbe sempre arrivare un giorno in cui dovesse servire un portiere. Esterno di destra: fatto; seconda punta: già fatto; centravanti: è successo; esterno di sinistra: sporadicamente; difensore basso a destra: ci è andato. E ora che l’emergenza è diventata seria e ci sono stati momenti in cui è diventato indispensabile studiare a soluzioni inedite, in mezzo al campo, dove non poteva starci Fabian Ruiz, si è sistemato, per gradire, José Maria Callejon ed ha dimostrato di non aver paura.  
 
IL TRASFORMISTA. Gli affari sono affari ma Callejon è il colpo che non t’aspetti, alla modica cifra di 8 milioni ed ottocentomila euro che Rafa Benitez chiese di spendere a De Laurentiis per farsi regalare la cosiddetta riserva di Cristiano Ronaldo: con quella cifra, in genere, ti compri un buon giocatore di serie B e invece sei anni fa, dal Real Madrid, è arrivato un calciatore universale, capace di stupire sempre, anche quando ormai ti sembra che per lui non ci siano orizzonti. Ce n’erano, ce ne sono, e non stupitevi se all’Olimpico, per un po’ o per parecchio, dovreste vederlo nell’insolito ruolo di mediano: lui con Fabian Ruiz o anche con Allan, dipenderà dalle situazioni, interpretazione che Callejon ha mostrato di gradire, esibendosi con una naturalezza che ha sorpreso Ancelotti. «Ma ora devo segnare anche in trasferta».  
 
UN ANNO DI RITARDO. L’incontentabile José Maria Callejon s’è dato una scadenza immediata, neanche troppe settimane fa, rompere il digiuno esterno, che in campionato dura da un anno esatto, 31 marzo nel 2018, Sassuolo-Napoli: non sapeva, non poteva prevedere, che un «virus», qualcosa di simile, avrebbe eliminato quasi tutti i centrocampisti centrali di Ancelotti, costretto a rinunciare a Zielinski (per squalifica), a temere di dover fare a meno di Fabian Ruiz (che però ha recuperato) e di saggiare la condizione di Allan (che è tornato dalla Nazionale).  

esperimento. Ancelotti ci ha dovuto riflettere, eccome, avendo un organico dal quale, a gennaio, sono anche spariti Rog ed Hamsik: e allora, provaci tu, José. E Callejon s’è sistemato in mezzo al campo, un tocco e via, giocherellando in scioltezza, perché non gli mancano il piede, le letture e l’intelligenza. Però ha anche bisogno del gol: ne fece venti nella sua prima stagione, per non deludere le attese di Benitez. Venti gol, come un attaccante vero, mica come un tornante, che poi con Sarri, per un po’, si è dovuto inventare un mestiere diverso, o anche con Ancelotti, che a San Siro, all’inizio, l’ha messo quarto di destra, ma in difesa. E oggi, all’Olimpico, chissà dove finirà per trovarsi?  

Ma forse è uno splendido dettaglio, perché a trentadue anni, con un contratto in scadenza nell’estate del 2020, va a finire che torna utile pure questa innovazione: le carriere, si sa, possono evolvere inaspettatamente ed allungarsi. «Io qui sto bene, sono contento e lo è anche la mia famiglia». E basterà sedersi con De Laurentiis per trovare un nuovo accordo, allungandolo: scegliete voi il posto e l’ora, sulla fascia di destra, nell’area di rigore, su quella di sinistra o anche in mezzo al campo. Callejon sa sempre dove arrivare, come arrivarci.  

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