Cruciani difende Sarri: "Ha il merito della sincerità! Se fosse stata un cesso a pedali sarebbe arrivato il vaffanculo. La prossima volta non si blocchi..."

13.03.2018
11:40
Redazione

GIUSEPPE CRUCIANI Ma scusate, cosa c' entra il sessimo con la frase di Sarri alla giornalista napoletana? Nulla, non c' entra un fico secco. Ormai

Vi proponiamo uno stralcio dell'editoriale firmato dal giornalista e conduttore de La Zanzara Giuseppe Cruciani dedicato all'allenatore del Napoli Maurizio Sarri:

"Ma scusate, cosa c'entra il sessimo con la frase di Sarri alla giornalista napoletana? Nulla, non c'entra un fico secco. Ormai c'è la fissazione di mettere tutto nello stesso calderone, basta rivolgersi a una donna in modi poco ortodossi e scatta l'accusa di averla umiliata nel suo essere femmina. È un mondo malato. Se un maschio dice a una che ha un bel culo, rischia di finire al commissariato per molestie. Se invece ti permetti di giudicare una ragazza «carina» davanti a tutti, allora ti mettono sotto processo perché non la consideri una professionista ma solo una bella figliola. Ma di che parliamo?

Premesso che ogni domanda è legittima e quella in oggetto è pure pertinente, dove si trovi il cosiddetto "sessismo", altrimenti detto discriminazione, verso la signora in questione davvero non si capisce. Solo qualche mente bacata del femminismo morente o del sindacato dei giornalisti può accusare Sarri di attentato alla dignità femminea.

Il Sarri senza filtri può ovviamente sbagliare (capita spesso) ma almeno ha il merito della sincerità, in un mondo fatto di frasi fatte e banalità assortite. Ci sono persone che si presentano in giacca e cravatta, non hanno l'accento toscanaccio, non dicono parolacce, non masticano tabacco e non sputano per terra, e sono però dei criminali incalliti.

Nella frase sotto i riflettori appare evidente che il nostro ha un occhio di riguardo per le donne, in particolare quelle piacenti. Per capirci meglio: se Titti fosse stata Tiziano, oppure un cesso a pedali - come si usa dire - ecco, dobbiamo presumere che nell' occasione sarebbe arrivato il vaffanculo forte e chiaro da parte del mister. Fossi una donna mi incazzerei per questo, per questa forma di privilegio che l' allenatore in tuta riserva alla categoria. Altro che sessismo. Viva dunque il vaffanculo sarriano, ma che sia per tutti: donne, uomini, trans e affini. La prossima volta non si blocchi, Sarri, davanti a una minigonna o a un paio di occhi dolci. Avete voluto la parità, e par condicio sia pure per gli insulti"

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