Cruciani difende Simeone: "Trogloditi sono quei poveretti che gli hanno augurato la morte della figlia! Gli juventini dovrebbero amarlo, si ricordino il 5 maggio"

24.02.2019
09:40
Redazione

Giuseppe Cruciani su Libero Quotidiano dice la sua in merito all'esultanza di Diego Pablo Simeone in Atletico Mdrid-Juventus:

"Non toccate Diego Pablo Simeone, cari tifosi della Juve. A quell' uomo diventato nel tempo più asciutto e magro di quando giocava a pallone ruminando chilometri di prato, qualsiasi bianconero dovrebbe rendere omaggio come a una sorta di divinità del football. Chi non ricorda il 5 maggio 2002? Gli stolti imbecilli insultatori non sanno che fu il Cholo (tra gli altri, ma soprattutto lui) a consegnare alla Juve uno degli scudetti più belli della sua storia.Ma questo è Simeone, dicevamo. Prendere o lasciare. Io prendo. Perché è l' essenza pura del calcio, quel tiè rivolto all' avversario oppure l' incitazione mani al cielo alla propria folla. Ci sta. Ci sta lo sberleffo duro al nemico di turno, che però finisce quando si placa la disfida e ci si scambia un segno di pace con la stessa mano che prima roteava. Senza tutto questo, senza questa diversità (Allegri che sbatte la giacca per terra e urla ai suoi imbestialito, Mourinho che fa quello che fa, Ancelotti quasi impassibile, Mazzone che si fionda sotto la curva atalantina) non esisterebbe più il gioco del pallone, se non vogliamo ridurlo al Var, alle plusvalenze e ai milioni dei diritti tv.

Non so cosa abbia portato il bravissimo Fabrizio Bocca, su Repubblica, uno di solito poco incline al politicamente corretto, a definire «troglodita» Simeone per l' esultanza col pene in mano («uno che festeggia in quel modo così volgare un gol fatto dai suoi giocatori è anche un troglodita maleducato che dovrebbe essere squalificato pesantemente», ha scritto); e, ancora, ieri ho sentito su Sky un commentatore e telecronista con i controcazzi (sì, lo scrivo apposta proprio così), Riccardo Trevisani, sostenere che il Cholo «ha fatto una cosa oscena». Ma di osceno e troglodita in questa storia di meravigliosa adrenalina calcistica ci sono solo quei poveretti che hanno augurato il cancro alla figlia appena nata. Invece, lo dico agli juventini tutti, dovreste amarlo quest' uomo. E alla fine applaudirlo il 12 marzo a Torino, comunque vada".

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