Cucci a Il Roma: "Il Napoli deve temere se stesso! Quagliarella? Se gli azzurri l'avessero ancora..."

22.01.2018
16:40
Redazione

Per oltre un’ora l’eroe della domenica è stato Stephan El Shaarawy, il ribelle timido che la Roma ha salvato dalla gogna meneghina

Per oltre un’ora l’eroe della domenica è stato Stephan El Shaarawy, il ribelle timido che la Roma ha salvato dalla gogna meneghina e gliel’ha rivoltato contro; un bomber gentile che qualcuno rimpiangerà come l’esiliato antico angelo dalla faccia sporca, Valentin Angelillo. Un giudice severo dell’inattesa immaturità dell’Inter, sorprendentemente ridimensionata nel gioco e nello spirito, provvisoriamente salvata da Matias Vecino in attesa di Rafinha il Guaritore appena guarito. Ma la storia più bella è stata scritta qualche ora prima, a Marassi, da un uomo che ha saputo combattere infami e sfortuna. Vedi Quagliarella - un gol, due, tre - e ti rendi subito conto di avere assistito a uno dei sempre più rari riti del calcio vero. Non quelli del penoso gennaio del mercato delle bufale, delle bugíe, delle finzioni elaborate per la singolare accolita di furbastri instupiditi che producono benessere non per se stessi, per le loro squadre, per i tifosi amici ma per i mezzani che commerciano uomini senza qualità. Vedi Quagliarella, lo ascolti e capisci che lo regge tanta ironia, lui che è davvero un top player ma s’adatta all’idea di non aver un mercato da fenomeno. E sta bene dove sta, oggi, fra gente che lo ama. Vedi Quagliarella e immagini cosa sarebbe, il Napoli, se l’avesse ancora, insieme a Mertens, Insigne, Hamsik, Callejon: una garanzia di scudetto per quando verranno i giorni più difficili. Per fortuna degli azzurri, Sarri s’è tuttavia già attrezzato per mandare in campo una squadra capace di realizzare il massimo risultato con il minimo sforzo. Secondo italica filosofia. E con uomini nuovi non necessariamente nati...a gennaio. Degli avversari, a parte la Juve dell’abbondanza, credo che il Napoli debba temere soprattutto... se stesso, e la Lazio, squadra disinvolta, dal gioco armonico, leggero, disincantato ma rivolto al gol come a una fonte vitale; più allegra, più continua, globalmente più forte della Roma legata all’episodica ma devastante furia di Nainggolan. È difficile che qualcuno chiami Simone Inzaghi Maestro, come Sarri; ma sono personalmente soddisfatto di averlo rivelato Mister - tecnico completo - quando i soliti esterofili invocavano tale Bielsa e non mi dispiacerebbe un duello finale Sarri-Inzaghi. E Allegri? Arbitro.

Fonte : Italo Cucci - Il Roma
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