Cucci: "In Qatar ci si aspetta di vedere il vero Higuain, prova importantissima per l'argentino"

20.12.2014
03:00
Redazione

S’è imposto con la forza agli avversari, li ha aggirati con abilità e potenza e con una girata bruciante ha fulminato Mirante: il gol di Zapata al 18’ mi ha riportato alla mente il Panteron Zalajeta, uno dei primi eroi della nuova stagione azzurra, quando il Napoli di Edy Reja si batteva per la rinascita. Con modestia e passione, magari senza dar spettacolo eppur capace di costruire la felice e rapida risalita dal nulla all’Europa. Un pensiero non casuale suscitato dal San Paolo semideserto, abbandonato dal suo popolo fedele che con Mazzarri ha vissuto stagioni entusiasmanti e con Benitez ha accarezzato il sogno dello scudetto forse troppo presto annunciato, forse troppo presto svanito. Le prediche prenatalizie di Don Aurelio e Don Rafè hanno svegliato la truppa azzurra umiliata a San Siro da un Milan alla ricerca dello splendore perduto ma non è ingeneroso attribuire l’ultima impresa di campionato dell’anno a una drammatica impotenza del Parma, apparso debole, sperduto, neppure l’ombra di quella squadra che unica riusci a sconfiggere il Napoli due volte nella scorsa stagione: questo succede quando un club si dissolve, quando chi l’ha costruito l’abbandona in mani nuove, sconosciute, incerte. E così ho pensato ai tanti che con poco senno invocano l’addio di De Laurentiis, il presidente della rinascita talvolta discutibile più per parole che per azioni: solo la Roma, dopo anni di esperimenti, è rifiorita nel giardino americano; l’inter di Thohir cerca più un presente decoroso che un futuro glorioso; l’amaro Parma di Taci, l’albanese irrequieto, è probabilmente destinato a ricominciare dalla B. Come ho raccomandato dopo l’infelice partita di Milano, questa è l’ora di stringersi intorno al Napoli nel tentativo di restituirgli la fiducia e l'energia smarrite nelle confuse manovre tattiche del suo conducator. Unità azzurra da esibire mentre la squadra s'invola verso Doha per affrontare la Juve che ha impietosamente demolito il Cagliari e il suo falso profeta. Vedete, amici: chi - come Zeman - deride il calcio italiano e l'accortezza difensiva che da sempre lo distingue; chi predica un gioco avventuroso contrabbandandolo per spettacolo; chi crede solo nel proprio gioco e ignora, addirittura disprezza chi sa correggersi e cercare nuove formule per vincere, ecco che viene ripagato con sconfitte umilianti. Per fortuna il Napoli non è il Cagliari e possiede una indiscutibile qualità che nei momenti più difficili - davanti agli avversari più potenti - riesce a ridargli le idee e le energie capaci di spingerlo a entusiasmanti vittorie. L’occasione della Supercoppa non dev’essere perduta. Il Natale in Qatar non è certo l’ultimo film di De Laurentiis ma può essere l'occasione del riscatto. È atteso alla prova l’Higuaìn di un tempo non lontano, l'interprete di gol e successi indimenticabili. L’ultimissima palla/gol, ieri sera, è stata la sua, mancata per un soffio. Provaci ancora, Pipita.

Fonte : Il Roma
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