
Da Bardi a Pinilla, storia dei castiga-Napoli poi finiti nel dimenticatoio e sul mercato...
Vedi Napoli e poi segni. Sarà il fascino dell’azzurro, sarà la voglia di mettersi in mostra ma negli anni, la sirena Partenope, ha ispirato prodezze e magie di illustri sconosciuti, ha restituito smalto e coraggio ad atleti che oramai parevano aver imboccato il viale del tramonto. Il San Paolo si fa palcoscenico, il vecchio attore interpreta il canto del cigno, ruba attimi di celebrità che forse mai più ritorneranno. La storia si è ripetuta anche quest’anno, a cominciare dalla prima giornata di campionato: cross di Marchese (che nel frattempo ha perso il posto fisso) e zuccata di Pinilla, uno a zero. Peccato che il cileno non si sia più ripetuto con frequenza, tanto da perdere nettamente il duello con Matri, divenuto insostituibile. E così l’ex Cagliari sarà costretto a fare le valigie, destinazione Bergamo, per trovare maggiore spazio. E dovrà giocarsela con German Denis, una bestia nera da queste parti. Per il tanque argentino appena tre gol in sedici partite, arrivati dopo un lungo digiuno, interrotto proprio con il Napoli, nel corso della nona giornata di serie A. Un tuffo e un gol, infine l’abbraccio con il figlio. Qualche altro sprazzo, poca roba rispetto al passato. Non è più certo del posto e l’arrivo di Pinilla già suona come un campanello d’allarme. Fin qui le sfide in trasferta ma va ancora peggio a Fuorigrotta, terreno di miracoli. Quattordici settembre, si gioca con il Chievo Verona e il pronostico sembra chiuso. Tra i pali il carneade Bardi e la davanti Maxi Lopez, da due anni protagonista delle riviste patinate. Poco calcio e tanto gossip, tre reti a referto nelle ultime stagioni, tra Sampdoria, Catania e Chievo. Con i clivensi un sol gol in undici presenze, manco a dirlo contro il Napoli: pallone nel corridoio e tocco sotto a superare Rafael. E’ il gol della vittoria, la firma in calce sotto un’impresa incredibile, il colpo di “Genio” Corini che tornerà presto ad essere Eugenio, esonerato dal placido Campedelli, evidentemente deluso dai risultati conseguiti. Un solo exploit, a Napoli, poi sconfitte in serie, prima di lasciare la panchina a Rolando Maran. Un gol di Lopez e circa dieci interventi decisivi di Bardi, salito al proscenio per aver intercettato il rigore di Gonzalo Higuain, quando la partita era ancora ferma sullo zero a zero. Che domenica per un numero uno che l’anno precedente, con la casacca del Livorno, aveva incassato la bellezza di 69 gol in 35 partite, lasciando un ricordo tutt’altro che positivo. Una giornata da star, prima di tornare tra i comuni mortali, a scaldare la panchina. Eh già, il prode Bardi è stato scavalcato dall’attempato Bizzarri: trentasette primavere sul groppone e cinque campionati in Italia, sempre da riserva. E tra le meteore, un posto d’onore spetta a Diego Farias che al San Paolo ha trovato la sua prima doppietta in serie a, con la maglia del Cagliari. Gol e numeri da campione, prima di finire nell’oblio. Ora il Cesena e la sua batteria di attaccanti, capitana da Hugo Almeida: nove partite e zero gol ma gli scongiuri, evidentemente, non sono mai troppi.