"Da qui ve ne dovete andare, non fatevi vedere più", il monito di una frangia contro un'altra in Curva A

05.09.2015
17:00
Redazione

Un volto ce l’hanno, sono centinaia le foto pubblicate dopo la zuffa di domenica scorsa. Per i nomi, manca davvero poco. Si stringe il cerchio attorno ai protagonisti del violento scontro di domenica scorsa in Curva A. Gli uomini della Digos di Napoli, diretti dal primo dirigente stanno lavorando senza sosta da ormai una settimana a quelle immagini. Comparazioni, ingrandimenti, fotografie scansionate centimetro per centimetro per carpire anche il più piccolo particolare di ogni soggetto che ha partecipato allo scontro. E le conclusioni non dovrebbero essere lontane dall’arrivare. Facciamo un passo indietro e vediamo cosa è accaduto durante l’ultima gara casalinga degli azzurri al San Paolo. In curva A è accaduto qualcosa che con il pallone e la passione non hanno nulla a che fare, anzi. «Da qua ve ne dovete andare. Non vi dovete fare più vedere», è stato il monito di una frangia contro un’altra. Poi si è scatenato l’inferno sotto gli occhi di padri terrorizzati che scappavano con i bimbi in braccio. Beghe interne? Questioni di posizionamento? Sembra proprio di no. La chiave di lettura sembra essere un’altra: le fibrillazioni criminali del centro antico si sono spostate sulle gradinate dello stadio. Frange vincenti che scacciano quelle soccombenti. Tradotto, vuol dire appartenenti e contigui al gruppo composto dai Sibillo-Giuliano- Brunetti-Amirante, quelli della cosidetta «paranza dei bambini» di Forcella che vengono scacciati da «quelli della Sanità». Che altro non sono che appartenenti ai Sequino-Esposito, famiglie storiche della Sanità.

Fonte : Corriere del Mezzogiorno
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