Dal nubifragio del 2001 al nuovo manto erboso: una lunga storia

23.05.2016
16:30
Redazione

Dal 2001 ad oggi lo stadio San Paolo ha già avuto alcuni interventi di adeguamento e messa in sicurezza, soprattutto per consentire la partecipazione del Napoli alle competizioni europee. Nel settembre 2001, a causa di un violento nubifragio che si abbattè su Napoli (in città ci furono anche due morti e danni per miliardi), lo stadio si allagò e divenne inagibile. Gli azzurri (all’epoca in serie B) furono costretti a giocare le gare casalinghe negli stadi di Cava dei Tirreni e Benevento. Il ritorno al San Paolo avvenne nel gennaio 2002 in occasione del derby con la Salernitana. Nel 2005, con il Napoli appena comprato da Aurelio De Laurentiis, esplose il caso del manto erboso. Fu lo stesso nuovo patron azzurro a sollevare la polemica perché in quel periodo il manto erboso poggiava su sabbia di mare e non di fiume. Nel corso degli anni l’impianto ha subito una serie di ridimensionamenti per motivi strutturali e di sicurezza, come la chiusura del terzo anello con la capienza ridotta a 60.240 posti. Erano gli anni della violenza negli stadi e anche nel San Paolo ci furono i lavori in base alla legge Pisanu con l’installazione peraltro di 76 telecamere collegate alla centrale di polizia e zone di pre-filtraggio. Nel 2008 il Napoli tornò a giocare in Europa e vennero eseguiti alcuni interventi chiesti dall’Uefa come l’inserimento di serpentine all’esterno dello stadio. Nel 2010, dopo un’intesa con il Comune, furono avviati una serie di lavori come il rifacimento del manto erboso per il quale ci furono uno scavo di oltre un metro sotto il livello del terreno, il rifacimento del sottomanto e l’innesto di zolle erbose. Il terreno fu rimosso fino a una profondità di 40 centimetri. Negli ultimi sei anni l’impianto è stato sottoposto ad altri interventi «tampone» in attesa di un progetto complessivo di restyling.

Fonte : corriere del mezzogiorno
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