Davide Ancelotti: "Il mio cognome non aiuta se vuoi fare l'allenatore: non sarà semplice superare i pregiudizi"

26.07.2025
19:15
Redazione

Davide Ancelotti ha parlato alla Gazzetta dello Sport

Davide Ancelotti, allenatore del Botafogo, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24:

«Ho voluto la bicicletta e adesso pedalo. I dirigenti del Botafogo, i collaboratori, i giocatori e il pubblico mi stanno aiutando molto. Fare il primo allenatore comporta un dispendio di energie non indifferente: devi avere tutto sotto controllo, devi dare le linee guida, devi risolvere i problemi e solo alla fine devi anche pensare a buttare giù la formazione…».

Qualcuno le ha detto: ma chi te lo ha fatto fare?
«Desideravo mettermi in gioco. A 36 anni, penso che sia naturale e umano tentare un’esperienza del genere. Mi sentivo pronto e mi sono buttato. E poi mi porto in dote una lezione, quella di mio papà: mi servirà moltissimo in questo percorso».

Il nome Ancelotti è pesante da portare?

«Se fai l’allenatore, è pesantissimo. Non posso negarlo. Ma è pesante anche portare il nome Maldini per Daniel, dopo che Paolo è stato un monumento. E per Paolo sarà stato pesante iniziare dopo Cesare… È normale. So che verrò giudicato, specie in principio, perché sono il ‘figlio di Carlo’. E so anche che non sarà semplice superare i problemi e i pregiudizi. Però conosco un solo metodo per imparare a nuotare: tuffarsi in mare e muovere braccia e gambe. È quello che sto cercando di fare».

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