Luigi De Canio e Antonio Conte
Luigi De Canio e Antonio Conte

De Canio: "Fu Ventrone a consigliarmi Conte come vice: vi racconto un episodio tra lui e Tudor a Siena"

28.03.2025
12:50
Redazione

Luigi De Canio ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tuttosport

Luigi De Canio ha rilasciato un'intervista a Tuttosport in cui ha parlato di Tudor e Conte. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24:

Nel suo secondo anno senese c’era anche Conte… 
«Che risate e che scintille tra quei due! Ad Antonio lasciavo durante la settimana la gestione dei movimenti dei vari reparti, in particolare per la sua esperienza spesso si concentrava sui centrocampisti e così doveva allenare direttamente Tudor. Erano due caratteri forti e Igor aveva spesso da ridire sui modi e sugli ordini di Conte, ma sempre con rispetto dei ruoli e con educazione. Allora Antonio ci andava ancora più duro negli allenamenti. Era una sfida continua. Seppur buoni amici, nelle sedute e nelle partitelle non si risparmiavano affatto per prevalere l’uno sull’altro».  
 
Una cultura del lavoro trapiantata da Ventrone che lei prese proprio dalla Juve. 
«Lo volli come preparatore e fu Giampiero a consigliarmi di prendere Conte come vice. Secondo lui Antonio sarebbe stato utile per spiegare ai giocatori le sue metodologie di lavoro. Tra noi si stabilì un bel connubio da subito. Antonio aveva già allora una voglia di vincere travolgente. In panchina era una furia, tanto che già durante la prima partita ufficiale mi chiese se poteva urlare ai giocatori perché non riusciva a stare tranquillo in panchina come invece ero io. Ci completavamo a vicenda: io più pacato e riflessivo, lui più istintivo e impetuoso». 

Tudor sembra Conte come allenatore. Lei che li conosce bene sposa questo paragone? 
«Si somigliano, entrambi sono passionali e coinvolgenti. Antonio era ed è tuttora bravissimo a catturare subito l’attenzione dei giocatori, entrando nella loro testa e nel loro cuore. Penso che pure Igor possa fare la stessa cosa alla Juve. Sono molto diretti nel parlare in faccia ai calciatori, che alla lunga apprezzano questa loro chiarezza e danno il massimo per loro».  

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