De Giovanni: "Ma non si era detto che la panchina della Juve era all'altezza dei titolari delle altre? Il Napoli può solo recriminare"
Scrive nel suo editoriale per il Corriere del Mezzogiorno Maurizio De Giovanni: "Al netto del rigore solare negato e dei due fuorigioco fischiati a vanvera quando l’attaccante era ormai a porta spalancata, almeno tre occasioni a disposizione del tridente s’erano viste nei primi quarantacinque minuti. Il povero Toro, che in casa in tutto il campionato aveva subito solo lo scippo bianconero di prammatica, pareva uno sparring di categoria inferiore durante un allenamento estivo. Non dubitiamo che il viaggiatore ignorante avrebbe riconosciuto negli uomini di Sarri i leader del torneo. Ben altro spettacolo abbiamo visto in serata. Di fronte a una Rometta incerottata e malridotta, con uno spogliatoio spaccato e un allenatore in partenza, si è presentato il fantasma della Juventus. Il miglior portiere del mondo sembrava perso dietro altri pensieri, la difesa migliore d’Europa faceva acqua da tutte le parti, il miglior centrocampo d’Italia non riusciva nemmeno a trattenere palla. E l’attaccante centrale più costoso di tutti i tempi in penisola ha rimediato una pessima figura contro una linea difensiva tutt’altro che impenetrabile. Certo, si potrebbe dire che la differenza la fanno le motivazioni. E che la Juventus ha davanti un miniciclo terribile, che culminerà con la finale di Cardiff. Ma non si era anche detto che le riserve bianconere erano all’altezza dei titolari delle altre? Che la corazzata era inaffondabile, e che il cannibalismo era la caratteristica principale di Allegri e dei suoi? Confessiamo che avevamo fortemente creduto nella dignità della capolista, e nel fatto che non avrebbe voluto gettare ombre su uno scudetto ormai acquisito perdendo malamente con una seconda priva del suo uomo migliore. E invece siamo stati smentiti, di fronte a una partita giocata come avrebbe fatto, con tutto il rispetto, un inerme Sassuolo. Insomma, le speranze che avevamo legato al rispetto della propria maglia e della propria storia di un Milan e di una Juve sono state bruscamente disattese. Tanto di cappello alla Roma, che è riuscita a trovare la forza di vincere le sue partite difficili: ma qualcosa di storto, qualcosa di sottilmente triste è successo e non lo si può negare. E il Napoli? Be’, il Napoli può e deve recriminare sui dieci punti lasciati a Sassuolo, Genoa, Palermo e Pescara. Sull’aver trovato tardi la soluzione all’infortunio di Milik, e sui molti errori individuali che hanno incrinato il funzionamento perfetto della macchina messa in piedi dall’allenatore (che merita un mezzobusto in bronzo a Castel Volturno, non battute salaci a sfondo monetario). Ma può anche guardare con relativa fiducia al futuro, con una banda di meravigliosi ragazzi che, se acutamente integrata, può dar luogo a un ciclo veramente interessante. Se. Appunto".