De Laurentiis vieta a Higuain di ritirare l'Oscar come migliore attaccante della Serie A: il motivo
Come riporta l'edizione odierna de Il Mattino, li ha chiusi nel centro tecnico di Castelvolturno. Ma per poco più di mezza giornata. Nessuna intenzione di buttar via le chiavi, però, come invece un bel po’ di tifosi azzurri sognava che facesse dopo Milano. Ci ha pensato e ripensato, De Laurentiis. E alla fine , dopo aver sentito al telefono Benitez e Bigon e parlato in viva voce a tutta la squadra radunata nella saletta dove solitamente si tengono le riunioni tecniche, si è convinto che bastava così. Si è accontentato di aver cancellato il giorno di riposo; gli è bastato mandare a monte appuntamenti mondani e giri di shopping natalizio nel quadrilatero della moda milanese, con mogli e fidanzate, che molti dei big azzurri avevano in preventivo per questo lunedì senza allenamenti. E alle 15, dopo un noiosissimo allenamento mattutino e il pranzo e dopo che lo chef dell’Holiday Inn aveva persino predisposto il menu per la cena, è arrivato l’ordine di rispedire tutti a casa. Dopo aver trattato Higuain e soci come una piccola squadra di bambini cattivi e dopo averli spediti in ritiro punitivo o di riflessione, il draconiano provvedimento è rientrato. Motivo semplice: in poche ore il tecnico spagnolo ha apprezzato l’impegno formale assunto dai giocatori nel cercare di riemergere da una situazione difficile, e dopo un giro di opinioni con alcuni degli atleti più rappresentativi si è detto favorevole all’interruzione della clausura che, secondo quelle che invece erano state le comunicazioni inizialmente date alla squadra, sarebbe dovuta durare fino alla partita con il Parma. Lo spagnolo, allergico peraltro a situazioni di questo tipo, ha spiegato nel colloquio avuto con il numero uno azzurro che ha la squadra sotto controllo e che per lui sarebbe stato più difficile cancellare quest’aria di punizione presa malissimo dalla squadra che ritrovare il Napoli visto contro la Roma. E De Laurentiis ha deciso di dargli ascolto. Ancora una volta. Anche se il punto è anche un altro: molti nel Napoli non perdonano a Benitez le continue accuse rivolte ai suoi big che lo spagnolo rivolge ogni volta che le cose girano male. Senza mai prendersi colpe. L’arrabbiatura di San Siro, però, è tutt’altro che passata:il presidente non perdona alla squadra - e soprattutto ai suoi giocatori più rappresentativi, da Higuain a Callejon e Albiol -l’atteggiamento superficiale con cui scende in campo all’inizio. E lo ha ribadito anche nell’ulteriore chiacchierata di ieri al telefono. Vuole più concentrazione, pretende che nessuno si comporti con svogliatezza: perché a Milano questo è stato il Napoli che ha visto. Addio clausura,però. Ma un avvertimento silente per tutti: «allenati et labora». E niente altro. Non è tempo né di feste né di gala. E così a nulla è valsa la telefonata del presidente dell’Aic Tommasi: Higuain avrebbe dovuto ritirare ieri sera a Milano l’Oscar 2013 come miglior attaccante della serie A. De Laurentiis è stato irremovibile e non lo ha mandato: nessuno va da nessuna parte in questi giorni. La paura di non arrivare al terzo posto diventa molto più di un tarlo per il presidente azzurro. Ma il fatto è che tra scricchiolii, beccheggi e rollii, il vascello azzurro è arrivato fin qui senza mai prendere il vento giusto. Anzi, ormai si rischia il naufragio: 11 punti dalla Roma (era a soli 4 punti appena un mese fa) vogliono dire rincorsa secondo posto quasi impossibile.