
Domizzi: "Il Napoli osteggiò la mia cessione, ma la mia fu una scelta ponderata con calma. Dico due marcatori sicuri per domani sera"
Due stagioni nel Napoli con 65 presenze e 10 gol, otto nell’Udinese con 171 partite e 6 reti. Maurizio Domizzi ha vissuto una consistente fetta della sua carriera sull’asse partenopeo-friulano. Contribuì alla cinquina con la quale la squadra di Reja vinse l’ultima volta al Friuli e poi a mantenere inviolato il fortino bianconero.
Domizzi, due anni a Napoli e otto a Udine. Non le chiediamo per chi farà il tifo, ma ci può dire quali saranno i due uomini chiave per le squadre?
"Nell’Udinese Thereau perchè sta attraversando un ottimo momento e perchè è il giocatore migliore della rosa, nel Napoli spero non sia un attaccante perchè significherebbe che fa gol. Dico Hamsik perchè è uno che può sempre spostare gli equilibri"
Due anni a Napoli: promozione in A e ottavo posto. Un bilancio più che positivo.
"Più intenso sicuramente il primo. Eravamo costretti a vincere il campionato e ci ritrovammo a competere con la Juve post-calciopoli e il Genoa. In quella B c’erano anche il Bologna, il Pescara: fu un campionato molto competitivo"
Il suo ricordo più vivo?
"Personalmente la doppietta su rigore alla Juve nel campionato di A. Ancora oggi qualche tifoso del Napoli me ne parla. In quella stagione tra campionato e coppa Italia segnai 11 reti e sfiorai la convocazione in Nazionale".
Perchè allora lasciare Napoli?
"Una scelta mia ponderata con calma. Il Napoli era sicuramente una società in crescita, ma non era il club organizzato come oggi. La dirigenza avrebbe voluto trattenermi e infatti osteggiò la mia cessione fino all’ultimo. Era quasi fatta con il Genoa, poi all’ultimo giorno fu brava e tempestiva a inserirsi l’Udinese".