Due addii quasi certi che rendono un dato ancor più allarmante. De Laurentiis e quella promessa non mantenuta...
di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia
Mercato in entrata e non solo. Lo sguardo della dirigenza si proietta anche alle cessioni future, indipendentemente da chi sarà il prossimo allenatore del Napoli. Ci sono nomi che all'ombra del Vesuvio sembrano inevitabilmente alla fine di un ciclo, come quelli di Christian Maggio e Giandomenico Mesto. Molto difficilmente infatti i due esterni classe '82 rinnoveranno il contratto in scadenza nel prossimo giugno, più probabile che si ripeta quanto già visto due anni fa con Hugo Campagnaro: via a parametro zero. Senza rancori, ma con una grande stretta di mano e un sincero 'in bocca al lupo'. Del resto l'esterno vicentino è stato vicino all'addio già nella scorsa estate, al suo posto sarebbe potuto approdare in azzurro Daryl Janmaat, uno dei protagonisti della recente Coppa del Mondo. Le difficoltà nel cedere l'ex Sampdoria hanno poi bloccato tutto, con l'olandese trasferitosi al Newcaste per 'soli' sei milioni di euro.
Due partenze quasi certe che rendono un dato in casa Napoli ancor più allarmante: la carenza di italiani in squadra. Solo sei attualmente su una rosa di ben 26 giocatori, di cui due appunto in partenza e ai quali si aggiungerà sicuramente Antonio Rosati, attualmente quarto portiere azzurro e anche lui col contratto in scadenza il prossimo giugno. Possibile poi anche l'addio di Roberto Colombo, terzo estremo difensore partenopeo indirizzato verso le 40 primavere. Jorginho, italiano ma solo per 'adozione', e Lorenzo Insigne chiudono il quadro. Un dato che rende il Napoli la squadra con più stranieri di tutta la Serie A, con una percentuale del 77%. Uno scenario che ricorda inetivabilmente la storica Inter di José Mourinho, non per il triplete purtroppo. Questo è forse l'unico vero neo della gestione Benitez in questo biennio.
Quel che poi non incoraggia sono i nomi dei possibili sostituti, un'ondata di stranieri con appena tre nomi italiani. Emanuele Giaccherini ed Alessio Cerci per gennaio, Matteo Darmian per il mercato estivo. "Preferirei giocatori italiani per una questione di adattamento, ma non è facile portarli a Napoli", commentò non molto tempo fa il tecnico spagnolo. Ma la sensazione è che non sia proprio così. Una dichiarazione che urta bruscamente con la famosa citazione: "difficile dire no al Napoli", spesso sentita da giocatori italiani, o "giocare in azzurro per un napoletano è il massimo", pronunciata varie volte dai napoletani in esilio. Il calcio italiano certamente non vivrà un dei momenti più splendenti, ma talenti appetibili ci sono. Quel "Napoli ai napoletani" promesso da Aurelio De Laurentiis è solo un lontano ricordo. Anzi, negli anni i figli di questa terra sono andati via. Come Fabio Quagliarella e Paolo Cannavaro, oppure Domenico Criscito che proprio in questi giorni è tornato in città e che in passato ha solo sfiorato l'azzurro. Una situazione che alla lunga il Napoli potrebbe pagare, perché un'identità all'interno di uno spogliatoio urge. Basta ripescare il doloro ricordo dell'Athletic Bilbao per capire quanto possa far la differenza, un mix tra esperienza internazionale e orgoglio patriottico sarebbe la soluzione perfetta. E probabilmente non ci sarebbe nemmeno più bisogno di invocare la famosa cazzimma...
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