"Facciamoci un grande applauso, ce lo siamo meritato": Ancelotti si commuove, spunta il saluto alla squadra!

Ultimissime calcio Napoli - Carlo Ancelotti è rimasto sinceramente dispiaciuto, perchè fiducioso sul progetto tecnico del Napoli, perchè la città gli stava cucita addosso e perchè qui ci era venuto con convinzione. Sapeva però che i risultati e le prestazioni negative avrebbero condannato il tecnico, che a pagare sarebbe stato lui. E' questo il ritratto che l'edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno fa dell'ormai ex tecnico della SSC Napoli.

Addio Ancelotti, spunta il discorso alla squadra

Ma v'è di più, perchè Carlo Ancelotti era visibilmente emozionato sapendo di dover dire addio al Napoli, racconta il quotidiano:

"Ieri mattina insieme con il figlio Davide, suo genero Mino Fulco e parte del suo staff, erano andati con auto propria a ritirare cose ed effetti personali. Il rito di svuotare l’armadietto e poi i saluti ai dipendenti della società. Il sorriso amaro e anche la commozione, perché Carlo lì ci stava bene. Ma martedì sera, subito dopo aver detto pubblicamente: «Spero di restare», De Laurentiis lo aveva convocato all’hotel Vesuvio e lo aveva esonerato. Stima, amicizia e affetto: manifestazioni che ci sono state anche nel corso dell’ultimo colloquio. Ma la tempesta emotiva è arrivata.

Re Carlo, pure bravo a nascondere i sentimenti, si è emozionato. Poi ha deciso di continuare, almeno fino a Natale, a stare qui, nella sua casa con vista sul Golfo e aspettare eventualmente un’altra chiamata. La Premier resta il suo antico amore, con De Laurentiis ha un accordo di massima: se dovesse arrivare una squadra, sarà liberato. Si sono stretti la mano, ma nei prossimi giorni è probabile che l’intesa venga formalizzata. Martedì sera non aveva voluto stringere mani a nessuno nello spogliatoio, dopo la larga e convincente vittoria contro il Genk e la qualificazione agli ottavi di Champions. «Facciamoci tutti un grande applauso — aveva detto al gruppo — ce lo siamo davvero meritato». Un momento forte, perché tutti sapevano cosa sarebbe accaduto un’ora più tardi ma nessuno osava chiedere".