Figc-Tavecchio, la conversione di Agnelli

26.10.2016
16:10
Redazione
Nemmeno lui, che due anni fa venne bollato come “inadeguato”, s’aspettava una retromarcia del genere, un’inversione a U così completa. Oggi Carlo Tavecchio, l’ex inadeguato, è diventato, nelle parole di Andrea Agnelli, l’uomo che, «in ticket con Michele Uva, può offrire le migliori garanzie per il calcio italiano e per le riforme mai realizzate», come riporta l'edizione nazionale de La Repubblica. L’endorsement del presidente della Juventus non è in realtà del tutto inatteso, anche se Tavecchio immaginava che, dagli echi dell’assemblea degli azionisti bianconeri, sarebbe arrivata al massimo una dichiarazione di non belligeranza, non quest’appoggio elettorale così smaccato e decisivo, anche se Agnelli annota che «i voti della Lega di A contano solo per il 12%, e questo significa che il peso della Juve è dello 0,5». Tutti sanno che non è così, che la Juve può agglomerare consensi, orientare, indicare, condizionare e in certi casi pretendere. Agnelli è stato accorato da cambiare anche visione sui destini del calcio italiano, fino a un anno fa descritto sull’orlo del baratro mentre adesso «bastano due o tre elementi correttivi perché torni il numero uno al mondo, anche se abbiamo un ritardo di cinque anni dovuto a Calciopoli: i tifosi ci sono, il gioco è tra i migliori, la passione c’è. Basta un minimo di attenzione perché si possano presto riavere due o tre italiane nei quarti di Champions.
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