Giordano: "Il calcio mi ha salvato dalla strada, il giorno dello scudetto piansi pensando a mia madre"

20.02.2018
10:50
Redazione

Al termine della presentazione del libro “Una vita sulle montagne russe”, l'ex centravanti azzurro Antonio Giordano ha rilasciato

Al termine della presentazione del libro “Una vita sulle montagne russe”, l'ex centravanti azzurro Bruno Giordano ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni del Il Mattino

"È grazie al pallone che mi sono salvato dalla strada, avrei rischiato di finire come molti dei miei amici d’infanzia aTrastevere, tra droga, alcohol e malavita. La morte di mia mamma resta sicuramente il momento peggiore anche perché è coinciso con il giorno del mio compleanno. Mi stava raggiungendo per festeggiare insieme, ma non è mai arrivata. E anche il giorno del primo scudetto del Napoli ero l’unico a piangere perché pensavo a lei visto che si festeggiava la festa della mamma".

I picchi della mia carriera?
«Ne metto due al primo posto: l’esordio con la maglia della Lazio e lo scudetto con il Napoli. Per un ragazzo di 18 anni esordire con la squadra della tua città e per la quale facevi il tifo da piccolo è il coronamento di un sogno. Se poi addirittura segni in gol all’ultimo minuto diventa qualcosa di unico. Impossibile non mettere sul podio il 10 maggio ‘87: vincere con questa maglia ha un valore unico ed irripetibile".

Maradona ha detto che Bruno Giordano è stato uno dei più grandi con i quali lui abbia mai giocato.
«Diego è un amico e certe cose dette da lui hanno un valore superiore. Ma in realtà sono io ad aver avuto la fortuna di giocare in un grande Napoli e con un giocatore come lui che è stato il più grande di tutti. In quella squadra eravamo una famiglia e ancora oggi, a distanza di 30 anni mantengo rapporti con tutti"

Sulla corsa Scudetto
"Il cuore mi dice inevitabilmente che Napoli sia la favorita per il titolo, ma dall’altra parte c’è una Juve che non molla niente. Anche se va dato merito agli azzurri di aver reso avvincente un campionato che altrimenti sarebbe stato monotono come quelli passati"

Poi una battuta sui calciatori di oggi e sulle trattative ai tempi moderni.
«Non sono mai andato a battere cassa dalla società per avere un ritocco di ingaggio, neanche dopo lo scudetto»

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