
Giuliani, la moglie: "Sparirono tutti dopo la malattia, nessun azzurro al suo funerale. Solo Renica si è pentito di tutto con un messaggio"
Raffaella Del Rosario, moglie di Giuliano Giuliani, ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna de Il Mattino: "Era un idolo, dimenticato da tutti solo perché morto di Aids. Spero che per i 30 anni dalla vittoria della Coppa Uefa qualcuno a Napoli pensi che sia giusto invitare anche noi alla celebrazioni, per riabilitare il suo nome nello stadio dove ha vissuto i suoi momenti più belli"
Giuliano come ha scoperto la malattia, che lo portò alla morte nel 1996?
"Durante un test, quando era all'Udinese. Venne da me sconvolto, in fretta e furia anche io e la bambina dovemmo fare le analisi per capire se avevamo contratto il virus dell'Hiv. Non gli perdonai il tradimento, ero orgogliosa, e me ne andai di casa. E tornai a Napoli. A casa di una mia amica brasiliana, che mi offrì il divano per dormire. E pensare che appena pochi anni prima in quella città ero una specie di Regina Elisabetta"
Contrae l'Aids e tutti spariscono.
"Tutti. Lo lasciarono da solo. Era diventato un fantasma. Lo incrociavano e facevano finta di non riconoscerlo. Lui era ferito per questa indifferenza dei suoi ex compagni".
Neppure Maradona si è mai fatto sentire?
"Spariti. Però pochi giorni fa è arrivato un messaggio di Alessandro Renica".
Che dice?
"Mi chiede scusa e si dice pentito per non essere venuto al funerale di Giuliano e che lo ricorda sempre con affetto".
E lei cosa ha risposto?
"Che sono contenta che abbia capito l'errore, sia pure a distanza di tutti questi anni. Però è l'unico che ha fatto questo passo".
Di quelli che lo hanno messo da parte, ce l'ha con qualcuno in particolare?
"Ce l'ho con tutti, non ci si comporta così verso uno che ha lavorato con te, con cui hai diviso tanti momenti di gioia e di gloria. Al funerale c'erano solo gli amici dell'Arezzo. Eppure l'Aids non era una malattia che poteva compromettere la salute degli altri, lui non ha fatto correre dei pericoli a dei compagni"