Grazie De Laurentiis per aver piazzato il Napoli in cima al mondo
Scrive il Corriere del Mezzogiorno che esalta le gesta del Napoli in CHampions: I tifosi che si assiepavano sulla tribuna, festeggiando e cantando e danzando, rappresentavano milioni di cuori azzurri in collegamento video, audio, streaming da tutto il pianeta, e hanno avuto la benevolmente invidiata condizione di vedere i nostri ragazzi realizzare per la prima volta nella storia il sogno di vincere un girone della maggiore competizione internazionale. Siamo stati spesso critici con una società che difetta nella comunicazione di se stessa, e che talvolta sbaglia i tempi e i modi degli investimenti: ma diamo oggi volentieri atto al presidente De Laurentiis di aver piazzato il Napoli in cima al mondo, nel novero ristretto delle sedici squadre migliori del continente.
Certo, ora ci sarà da lavorare: non sono traguardi che possono di per sé essere conclusivi di una marcia difficile e complicata, ma altamente gratificante. Agli ottavi, quale che sia l’avversaria comunque fortissima con la quale bisognerà confrontarsi, il Napoli avrà il vantaggio di giocare il ritorno al San Paolo. Per cui, sia che si dovrà malauguratamente risollevare una situazione, sia che la si dovrà benauguratamente confermare, starà a noi, a tutti noi, rendere la vita impossibile agli altri. Perché serate come quella di martedì, in cui ragazzi di vent’anni o poco più come Diawara, Zielinski, Rog, Hysaj impartiscono lezioni di centrocampo, in cui Koulibaly e Ghoulam giganteggiano, in cui Callejon, Hamsik, Insigne e Mertens tagliano a fette la difesa avversaria, non possono che costituire la premessa di un’ulteriore pezzo di strada da percorrere.
Qualche lato oscuro resta comunque da analizzare e possibilmente da risolvere. Abbiamo detto del solito grave errore difensivo, causato sì da un errato stop di Albiol ma anche, come immediatamente rilevato da Sarri, dai mancati appoggi offerti dai compagni allo spagnolo. E una volta di più, pur lodevolmente datosi da fare e apparendo in miglioramento, Gabbiadini continua a dare l’impressione di non essere il centravanti necessario per offrire più soluzioni offensive al gioco di Sarri. Ma a questo, ormai, ci sarà tempo per porre rimedio (e risorse finanziarie per farlo): l’importante, il fondamentale era passare il turno e passarlo bene. Perché, si sa, ai napoletani piace cantare. E quella musichetta è così bella da sentire e da urlare, nel cielo di Fuorigrotta.