Hamsik: "Napoli da scudetto con Conte! Allegri stravedeva per me, ha tentato di portarmi in 2 squadre. Voglio dire una cosa su Calzona"
Marek Hamsik, ex capitano del Napoli, ha rilasciato una intervista ai microfoni di Repubblica. Ecco alcuni estratti delle sue parole:
Hamsik Academy: la scuola in cui segnava da bambino ora è sua...
«Ero subentrato come socio nel 2012 e l’ho rilevata in toto sette anni dopo. È il mio orgoglio: ho costruito due campi regolamentari, uno in sintetico. In più ci sono due campetti per il calcio a 5 e uno al coperto, da utilizzare quando c’è maltempo.
Abbiamo tesserato 350 ragazzi, dall’Under sette fino alla prima squadra, che gioca nella Serie C slovacca».
L’ha fatto per riconoscenza?
«Per amore del calcio. Nel mio Paese e più in generale in Europa per i giovani bisogna fare di più. Servono strutture».
Anche buoni maestri: lei lo diventerà?
«Ci provo: a giugno finirò il mio corso a Coverciano e a settembre spero di prendere il patentino. Mi entusiasma la carriera di allenatore,è il mio futuro. La panchina è stata un amore a prima vista».
Racconti, Hamsik.
«Avevo appena tolto gli scarpini e mi sono dato da fare per aiutare i miei due figli. Christian lo alleno direttamente in Academy ed è arrivato alla Nazionale under 16, poi c’è Lukas che ha un paio di anni in meno. Ma è stata importante anche l’amicizia con il ct italiano della Slovacchia, Francesco Calzona.
Insieme avevamo lavorato già a Napoli, quando ero ancora calciatore. Fargli da aiutante agli Europei in panchina è stato stupendo».
Hamsik e il Milan: matrimonio sfiorato.
«Era il 2012, Allegri stravedeva per me, tant’è che poi provò a portarmi pure alla Juve. Non se ne fece nulla, ma non ho rimpianti».
Le dispiace invece che in Champions non ci sia il “suo” Napoli?
«Paga gli errori della stagione scorsa, ma in campionato il Napoli sta facendo benissimo, con Antonio Conte. Seguo la Serie A e spero che gli azzurri possano arrivare fino in fondo, magari di nuovo allo scudetto, anche se per il momento la classifica è ancora parecchio equilibrata».
Potenza del business, lo diceva anche Maradona...
«Sono già passati 4 anni dalla sua morte e non manca soltanto ai napoletani, per cui Diego era e resta una divinità. Io in maglia azzurra ho giocato oltre 500 partite e so quanto Maradona sia ancora adorato, a Napoli: la mia seconda casa. Tutto il mondo del calcio ha perso tanto, però. Appena ritorno vado al murale, ci vediamo presto»