Hamsik vede finalmente Marassi, il 'suo' campo: ne aveva proprio bisogno di tornare a passeggiare lì

01.12.2014
09:10
Redazione

Do you remember? E certo che sì, perché, come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, ci sono appuntamenti con se stesso a cui è impossibile sottrarsi, perché esistono date che rappresentano il proprio vissuto, perché Marassi è l’habitat naturale di Marek Hamsik che - si capì immediatamente - si sarebbe speso a ritmo di Samp, si capì il 16 settembre del 2007, quando la cresta ancora non c’era, che sarebbe stato divertente: sponda di petto (di petto...) del Pocho, tocco di Hamsik per Zalayeta, l’uno-due per mandare lo slovacco nel mezzo dell’area, una finta sull’uomo che va in chiusura e poi, zac. 
Così nascono le stelline, e vabbé che è un anno e mezzo che nell’universo calcio qualcosa è successo e Hamsik s’è smarrito, però la Sampdoria è spesso e Marassi è spessissimo: come un giardino di casa nel quale andare a divertirsi, infilandosi le scarpette, la maglietta azzurra e poi giocandosela (quasi) da solo. Hamsik segna al «Ferraris» nel 2009, un rigore ch’è un’illusione, perché poi il Genoa dilaga; lo rifà nel 2010, e stavolta avvia la rimonta che poi chiude Cavani, ma - ingordo - si ripete anche contro il Genoa, per il blitz dello 0-1, e sempre con i rossoblù nel 2012 per il 2-4; l’anno scorso, in quella mattanza del 2-5 avverte la magia di uno stadio che gli dà entusiasmo e l’aiuta persino ad interrompere il digiuno che durava da circa sei mesi: è un appoggino facile, facile, però ha il sapore di un rigenerante. Ciò che gli serve adesso, ciò che gli serve da un po’ di tempo in qua: nulla di meglio, per tornare ad essere Marek Hamsik, che farsi un giretto a Marassi. 

 

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