Il boss e le partite truccate: "Calciatori pagati 150mila euro, Izzo accettò di aiutarci: ecco come andarono le cose"

24.05.2016
12:20
Redazione

Calciatori comprati, partite truccate, vincite record per il clan: nasce da un’inchiesta sulla vanella Grassi l’ultimo scandalo nel mondo del calcio. Indagando sulle attività della cosca di Secondigliano, i carabinieri hanno scoperto come fu inquinato il campionato di serie B 2013/2014. Dieci le persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare. Tra i nomi dell'inchiesta compaiono anche quello del calciatore Francesco Millesi, oggi all’Acireale, e l’ex calciatore Luca Pini, per cui sono stati disposti gli arresti domiciliari. Millesi e Pini, assieme ad Armando Izzo, brillante difensore in forza al Genoa e nipote del boss Salvatore Petriccione, sono indagati anche per concorso esterno in associazione camorristica: avrebbero fornito «un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo» al «rafforzamento delle capacità operative dell’associazione nel particolare settore delle frodi sportive, ramo di reimpiego dei guadagni illeciti dell’associazione criminale vanella Grassi e fonte di notevoli proventi per la medesima».

L'edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno entra nei dettagli della vicenda e riporta le parole di Antonio Accurso, collaboratore di giustizia, risalenti al 25 febbraio 2015: «Un giocatore dell’Avellino, e prima ancora della Triestina, Izzo Armando, è un nostro parente, essendo nipote di Petriccione Salvatore. Già quando militava nella Triestina, vi fu un abbozzo di combine in cui mio fratello Accurso Umberto, accompagnato da Pacciarelli Mario, andarono a Trieste sapendo che la società non pagava gli stipendi ai giocatori per vedere se si poteva far qualcosa, ma senza risultato». Di lì a poco, però, secondo il Pentito, Izzo accetta di aiutare il clan: «Luca Pini fece venire anche Armando Izzo sul posto, valutammo la quota della partita e mi chiesero quanto potevo dare in contanti per compromettere la partita successiva, Modena — Avellino, che si sarebbe giocata il 17 maggio 2014. Io offro duecentomila euro, in base alla quota, che era alla pari; la sera successiva gli mando, tramite Luca Pini, 150mila euro». Ma succede un imprevisto: «L’allenatore dell’Avellino, contrariamente a quanto avvenuto nella riunione tecnica, non schierò in difesa Armando Izzo; noi ci allarmammo e mandammo una serie di sms a Millesi tramite il solito Luca Pini. Il primo tempo finì 0 — 0, ma nell’intervallo Millesi negli spogliatoi parlò con il giocatore che era stato schierato al posto di Izzo, Peccarisi, e subito all’inizio del secondo tempo l’Avellino passa in svantaggio e dalle immagini è evidente la responsabilità del Peccarisi sul gol subìto».

Notizie Calcio Napoli