Il Fatto Quotidiano - Altro che Olanda, il Napoli di Sarri rischia di assomigliare alla prima Roma di Spalletti: bella e perdente

13.03.2018
18:40
Redazione

Per la prima volta dall’inizio della stagione, il Napoli non è più padrone del suo destino: il pareggio per 0-0 contro l’Inter

Per la prima volta dall’inizio della stagione, il Napoli non è più padrone del suo destino: il pareggio per 0-0 contro l’Inter ha significato il sorpasso della Juventus. Che quest’anno non era mai stata davanti agli uomini di Sarri. Il campionato non è ancora finito, per carità: i bianconeri hanno almeno tre partite difficili in cui possono perdere punti (Inter e Roma fuori casa, Milan a domicilio), più lo scontro diretto che molto probabilmente sarà determinante. Però questa può essere davvero la spallata decisiva allo scudetto. Perché il Napoli dovrà fare percorso netto e sperare in un passo falso di una squadra che negli ultimi sei anni non ha sbagliato praticamente nulla. Altrimenti passerà alla storia come la bella incompiuta del nostro calcio. La Juventus è fortissima, quasi imbattibile. Le vince praticamente tutte, ha trasformato la Serie A in una sorta di Bundesliga in tono minore (lo stesso tipo di dominio del Bayern Monaco) e contro una squadra così basta anche un normalissimo pareggio fuori casa per perdere terreno in classifica. Eppure questo Napoli prima o poi dovrà farlo il salto di qualità definitivo, e questa avrebbe dovuto essere la stagione giusta. Ma senza scudetto, senza grandi imprese europee, senza neppure una piccola vittoria consolatoria in Coppa Italia, cosa resterà di tutta questa bellezza? Questo Napoli è magnifico, ma non ha cambiato la storia del pallone (il calcio totale si inventa una sola volta), nemmeno di quello italiano; al massimo ha portato una ventata di freschezza in un momento stantio. E soprattutto ancora non ha vinto nullaPiù che l’Olanda di Crujiff, ad oggi e senza rimonte di qui alla fine sembra solo una riedizione più spettacolare della prima Roma di Spalletti, altra formazione che giocava bene, ha innovato tanto (Totti centravanti, il “falso nueve” è nato lì praticamente) ma ha sempre incontrato sulla sua strada qualcuno più forte di lei. Solo un bel ricordo, insomma, non proprio indelebile

Fonte : Il Fatto Quotidiano
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