Il Mattino - Ora è Napoli show: chiusa l'era Sarri, Ancelotti ha più moduli e soluzioni

25.09.2018
11:40
Redazione

La svolta, dopo l'ortodossia del sarrismo. Potrebbe tranquillamente essere nominato come ambasciatore delle cose semplici, Carlo Ancelotti. Anche se la

La svolta, dopo l'ortodossia del sarrismo. Potrebbe tranquillamente essere nominato come ambasciatore delle cose semplici, Carlo Ancelotti. Anche se la semplicità è solo per modo di dire. La svolta dal 4-3-3 al 4-4-2 (che è fratello quasi gemello del 4-2-4) sta prendendo campo. Da uno show alle prove generali per un altro show. Diverso. Ma sempre divertente. Non aspetta neppure lui le mosse dell'avversario, ma ha tolto quelle gabbie che costringevano i giocatori a recitare ruoli precisi. Quattro difensori e due centrali di centrocampo, poi gli altri quattro fanno quello che gli pare. Insigne, Verdi, Mertens e Callejon non hanno dato punti di riferimento al Toro e si fa fatica a dire se a un certo punto il Napoli ha il tridente o la coppia di attaccanti.

LA SVOLTA DI ANCELOTTI

Come riporta Il Mattino:

"Anche i terzini: non devono necessariamente prendere parte alla costruzione della manovra. Motivo per cui un centrale come Luperto ha potuto giocare terzino e motivo per cui anche Maksimovic lo ha fatto. Il difensore, con Ancelotti, fa il difensore. Prima c'era una squadra di 14-15 giocatori e altri 7-8 spettatori. Per Ancelotti tutti sono importanti, nessuno indispensabile. Lo aveva detto Carletto ed è stato di parola. Magari nel breve termine ci sarà qualche altra frenata nel nome del turnover a ogni costo, ma da un certo momento in poi i risultati arriveranno con maggiore continuità. Ancelotti vuole che il pallone resti tra i piedi il giusto, nel senso che alla prima occasione va gettato in avanti. Il suo carattere, morbido e severo allo stesso tempo, gli consente di navigare, senza naufragare, in mari tempestosi. Ha convinto Insigne, per esempio, a giocare molto più vicino alla porta.


GLI OBIETTIVI AZIENDALI

Grande da giocatore, vincente da allenatore, empatico con giocatori e tifosi anche per i suoi modi schietti e la simpatica fama di gran mangiatore, non lo sentiremo mai polemizzare con De Laurentiis per quelli che sono gli obiettivi del Napoli. E lo lascia intendere da alcune frasi simbolo: «Il Napoli è di De Laurentiis». Dunque, non lo sentiremo mai lanciare frecciate al suo presidente. È un'altra aria che si respira, non c'è che dire. Quella del passato ha portato il Napoli a un passo dallo scudetto e al record dei punti; quella attuale si prepara alla consacrazione in Italia e in Europa".

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