Il Roma - E' il Napoli dei controsensi: grande con le grandi e piccolissimo con le piccole

26.11.2014
09:10
Redazione

Premessa: sarebbe assurdo processare Benitez e il Napoli dopo il pareggio interno con il Cagliari. Ma un’analisi critica va assolutamente fatta all’indomani dell’ennesima occasione sprecata contro una squadra medio piccola che doveva solo inchinarsi ad Higuaìn e compagni e tornare a casa senza punti in tasca. Evitare di farla non sarebbe giusta nei confronti di quei tifosi che avevano creduto nella definitiva rinascita di un gruppo capace di mettere sotto le dirette concorrenti alla qualificazione Champions con delle prove stupende. Il controsenso del Napoli è proprio questo. È riuscito ad essere brillante, tatticamente perfetto e cinico con Roma e Fiorentina mentre contro il team di giovani allenato da Zeman ha fatto due passi indietro. Praticamente ai quarantacinquemila spettatori presenti al San Paolo ha fatto rivedere i fantasmi della prima parte della stagione. Certo, il Cagliari aveva battuto l’Inter e aveva pareggiato con Milan, Sampdoria e Genoa ma questo non vuol dire che doveva andare a Fuorigrotta e segnare tre gol. Soprattutto dopo che il Napoli, così come col Palermo, aveva avuto l’occasione di un uno due grazie ad Higuaìn ed Inler. Dopo il 2-0 è scattato qualcosa nella mente dei calciatori. Massimo rispetto per Cossu, Ibarbo e Farias, ma non sono mica Gervinho, Totti e Destro. Eppure gli isolani hanno fatto i fenomeni perché aiutati dalla scarsa concentrazione e dalla poca intensità messa in campo dai partenopei. Qualcuno ha pensato che fosse tutto facile e ha mollato la presa. A nessuno è venuto in mente che anche con Chievo, Udinese, Palermo e Atalanta era successa la stessa cosa e il Cagliari ne ha approfittato. E si è stati anche fortunati perché addirittura sarebbe potuta arrivare una sconfitta visto lo sbandamento di tutti i reparti, soprattutto di quello difensivo. Può anche essere che con Mertens ed Insigne qualcosa sarebbe cambiato ma De Guzman non ha per niente demeritato. Anzi, aveva anche segnato il gol del 3- 2 ma poi la coppia Rafael-Koulibaly ha pensato opportuno di fare un regalo ad Ibarbo e da lì si è innescata l’azione del 3-3. Nessuno vuole buttare la croce sul portiere e il difensore, anche perché sono dei giovani, ma come si spiega che con i campioni di fronte non fanno cavolate mentre al cospetto di sconosciuti fanno i presuntuosi e vengono puniti? È questo che dovrebbe capire Benitez nel suo lavoro quotidiano. Inoltre, qualche big esperto dovrebbe avere la forza di caricarsi sulle spalle la squadra nei momenti di difficoltà per portarla al successo. Invece no, domenica pomeriggio, sul 3-3, nessuno si è preso la briga di alzare la voce spingendo il Napoli nell’area di rigore del Cagliari. Nei minuti di recupero ancora si pensava a palleggiare a metà campo invece di lanciare la sfera dalle parti di Cragno. Il pari con i sardi ha evidenziato che gli azzurri devono solo puntare al terzo posto per blindare i preliminari di Champions. Già usurpare il trono della Roma è difficile giocando a fasi alterne, figurarsi parlare di scudetto. Meno ci si sente grandi e più si battono le piccole. La Juventus lo fa ogni volta, a prescindere dagli avversari. Il Napoli ancora non ha capito come si fa a non dare scampo a nessuno. A quanto pare le lezioni passate non sono bastate per mettere la testa a posto e rimanere sul pezzo fino al fischio dell’arbitro. La speranza è che il crollo con il Cagliari sia l’ultimo altrimenti anche la terza piazza è a rischio.

Fonte : di Salvatore Caiazza per Il Roma
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