Il Roma - Fabian, 30 milioni di motivi per farlo giocare: "Il gol è stato importante"

22.10.2018
16:00
Redazione

Si diventa protagonisti per caso, calcando il palcoscenico con un minuto di preavviso, senza nemmeno avere il tempo di prepararsi. Dalla panchina al rettangolo

Si diventa protagonisti per caso, calcando il palcoscenico con un minuto di preavviso, senza nemmeno avere il tempo di prepararsi. Dalla panchina al rettangolo verde in un attimo. Subito dentro, qualche buona intuizione e poi quella parabola a giro, quasi a voler emulare l’assente di lusso. Fabian Ruiz come Insigne, almeno a Udine. Un destro da capogiro, una soluzione che solo un predestinato può provare a centrare. Col piede “debole”, il destro, scoperto per la prima volta sabato sera. Lui, mancino naturale, svela a tutti di possedere un tiro niente male anche con l’interno opposto. Una serata magica, da incorniciare, cominciata col gol e chiusa con la sensazione, comune un po’ a tutti, di avere di fronte un ragazzo che farà parlare di sé con la maglia del Napoli.

MILLE RUOLI. Al di là del bellissimo gesto balistico (da vedere e rivedere a velocità naturale e al rallentatore), della partita di Ruiz resta la sua capacità di adattarsi al contesto tattico, senza snaturarsi mai, senza tradire idee e movimenti propri del vasto repertorio dello spagnolo. Ha cominciato a sinistra, poi si è trasferito in mezzo al campo e infine, quando Milik è uscito per far posto ad Hamsik, è andato a giocare alle spalle dell’unica punta, Dries Mertens, dimostrando di sapersi destreggiare egregiamente anche nelle atipiche vesti di trequartista. Tre posizioni cambiate in novanta minuti, segno di una poliedricità da condividere con lo stesso Ancelotti che d’altronde, qualche settimana fa, lo ha provato anche a destra, da “falsa” ala, ottenendo riscontri assolutamente positivi. Lo spagnolo può giocare ovunque dalla mediana in su, pur non essendo dotato di un grande passo. Il ritmo cadenzato è ampiamente compensato dalla qualità delle giocate, sempre pulite e mai banali. Un’interpretazione del calcio puramente iberica che piace non poco al tecnico, pronto a concedergli qualche occasione in più dal primo minuto.

Fonte : Il Roma
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