Il Roma - Gabbiadini torna a Bergamo: arriva il momento-verità

01.10.2016
13:30
Redazione

Alla faccia della riconoscenza. Si scherza, o quasi, quando s’accosta il nome di Manolo Gabbiadini a quello dell’Atalanta, ovvero la società che l’ha lanciato nel grande calcio, che l’ha cresciuto, accudito sin da piccolo, protetto dai vizi e dalle cattive abitudini, formato e modellato a seconda delle circostanze e già castigato tre volte da “ex”. Deve tutto, Gabbiadini, alla sua infanzia da attaccante prodigio, da killer d’area di rigore con quel mancino lì, da far invidia anche a chi era in prima squadra mentre lui sgomitava nel settore giovanile, in attesa di uno spiraglio di possibilità.

OCCASIONE. Domenica, a Bergamo, potrebbe toccare proprio a lui dal primo minuto. Milik s’è esaltato in campionato ed ora è pronto a riaccomodarsi in panchina per far spazio all’attaccante bergamasco, appunto, nato e cresciuto a due passi dallo stadio, legato all’odore di quella città, ai suoi profumi, ai contorti di palazzi, strade e piazze che saranno sempre casa sua, anche a chilometri di distanza. Napoli e Bergamo sono poli opposti che s’allontanano ma, in qualche modo, sono uniti dal filo delle (sue) esperienze, dalla carriera del ragazzo che ora è uomo, maturo, anni 25 ed un bel po’ di cose da raccontare in giro sul suo conto. Ad esempio che sabato scorso, contro il Chievo Verona, ha ritrovato gol, morale e sorrisi (senza mai abusarne) dopo settimane d’astinenza, dubbi e paure. Domenica Gabbiadini arriverà al top della condizione psicofisica, rinfrancato dalla rete scaccia paure e dal momento positivo della sua squadra, entusiasmante anche in Champions League.

PASSATO. È una scatola piena di ricordi che si apre e si richiude a seconda dei calendari. Bergamo vuol dire Atalanta, dunque vuol dire inizio di tutto: del sogno che poi è diventato realtà, degli obiettivi che oggi sono obblighi, delle speranze che oggi sono doveri. Gabbiadini è diventato calciatore partendo da Bergamo e a Bergamo tornando dopo l’esperienza al Cittadella. A 18 anni l’esordio in Serie A, a 20 il battesimo del gol contro il Bologna, la squadra che poi diventerà la sua seconda casa, dimora della sua dolce metà, Martina, madre del (suo) piccolo Tommaso, altro rifugio dove smarrirsi e smarrire paure, delusioni del momento, pressioni dalle quali evadere. È tutto scritto lì, nelle tappe della sua carriera: Atalanta, Cittadella, Bologna, Sampdoria ed ora Napoli, perché il destino non t’avverte mai e cambia la sua trama trascinandoti con sé, senza possibilità alcuna di sfuggirgli.

PUNTUALE. Tremano le squadre che hanno condiviso con Gabbiadini le stesse emozioni. L’attaccante del Napoli è puntuale come pochi da “ex”. Ne sa qualcosa il Bologna che di reti ne ha già subite cinque. Non sorride neppure l’Atalanta, appunto, punita già tre volte dal suo figlio prediletto: una volta col Cittadella, una col Bologna, un’altra ancora con la Sampdoria. Manca solo il Napoli all’appello, la prossima squadra che ostacolerà il cammino dei nerazzurri di Gasperini, reduci dalla vittoria esterna contro il Crotone (3-1) che ha reso solo meno amaro un periodo ugualmente negativo coinciso con l’avvio di stagione. Davanti ai suoi ex tifosi, calpestando l’erba dello stadio che ha sempre considerato teatro dell’impossibile, Gabbiadini proverà a dimenticar tutto e a concentrarsi solo sull’obiettivo. S’affiderà anche alla statistica, ovviamente. L’Atalanta è già avvisata.

Fonte : Il Roma
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