Il Roma - Nelle coppe un cammino da piccola squadra: Sarri non l'ha presa bene

17.02.2018
16:10
Redazione

Contraddizioni. La squadra più bella d’Europa finisce terza in un girone di Champions League abbordabile (City a parte) e rischia di chiudere

Contraddizioni. La squadra più bella d’Europa finisce terza in un girone di Champions League abbordabile (City a parte) e rischia di chiudere con largo anticipo anche l’EL, salutata o quasi dopo il pesante capitombolo interno con Lipsia. E’ stata fatta una scelta, più o meno consapevole, riprendendo le parole di Sarri, adirato e deluso per la sconfitta, non programmata ma quasi data per scontata, per una serie di elementi che messi insieme raccontano la “strategia inconscia” attuata dalla squadra e approvata (in un certo senso) dal pubblico.

I QUINDICIMILA DEL SAN PAOLO spiegano il disinteresse complessivo per la manifestazione, dovuto in gran parte anche all’atteggiamento degli azzurri che effettivamente, prima a parole e poi nei fatti, hanno dato scarso peso al torneo. Lo stesso tecnico, alla vigilia della gara disputata l’altra sera, ha parlato (non per la prima volta) di approccio e di preparazione mentale diversa rispetto al campionato, addossando una parte delle responsabilità anche all’ambiente: “I tifosi privilegiano la serie A e questa cosa si percepisce anche all’interno del gruppo. Sta a noi trovare le motivazioni ma avevo problemi a caricarli anche in Champions. Questa stagione è focalizzata su obiettivo diverso, anche a ragione, perché per diventare grande a livello internazionale devi prima diventare grande nel tuo paese”. Parole profetiche, stando a quanto si è visto con i tedeschi; squadra rilassata, senza quella cattiveria giusta per provare quanto meno a tener vivo il discorso per il match di ritorno.

SARRI NON L’HA PRESA BENE, tanto da attaccare apertamente i giocatori, rei di “non aver onorato una maglia storica”. Al di là del discorso sull’impegno profuso, sullo scarso impatto delle riserve e sulla svogliatezza dei subentrati, balza all’occhio la scelta della formazione, totalmente rivoluzionata rispetto al solito. Se il Napoli avesse veramente voluto provare ad andare avanti in Europa, il tecnico avrebbe potuto schierare una formazione più “equilibrata”, dal momento che domenica l’avversario (con tutto il rispetto possibile) si chiama Spal. E’ quindi chiara la volontà di lasciar perdere altri discorsi per concentrarsi esclusivamente sul campionato. E d’altronde, il cammino da retrocessione condotto dal Napoli formato europeo, non mente: sette partite (preliminari di Champions esclusi) ed appena due vittorie, poi cinque sconfitte con la bellezza di quattordici gol subiti, uno in meno rispetto a quelli incassati in ventiquattro giornate di campionato. Un altro Napoli, un altro Sarri e un altro pubblico. L’altra storia ricomincia domani.

Fonte : Il Roma
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