Il Roma - Perisic al Napoli per spezzare una striscia di croati inefficienti: tra loro anche un 'turista' ed un 'medico'

18.11.2014
15:40
Redazione

Aspettando, sognando Perisic dopo le prodezze viste in televisione viene da pensare cosa c'entri la maglia a scacchi bianchi e rossi con quella azzurra. Intanto, di croati nel Napoli già ce ne sono. Non serve andare indietro nel tempo. A centrocampo una “casella” è occupata da Josip Radosevic, classe ‘94 che piace a Benitez ma che il campo lo vede davvero poco. Per ora la sua dimensione è l’Under 21 croata, in attesa di trovare più spazio (magari in prestito altrove) e candidarsi per contendere un posto a David Lopez, Gargano o Inler. Ma la storia del club partenopeo ha visto la maglia azzurra indossata anche da altri giocatori croati: sognando Perisic, il primo a mettere la casacca del “ciuccio” fu Ivo Suprina negli anni ‘50, quando il Napoli visse una delle sue parentesi in Serie B. Fu un idolo dei tifosi, ma anche delle sostenitrici del gentil sesso, a causa del suo bell’aspetto. Ma sapeva farsi valere anche in campo: dei 22 gol segnati con la maglia del Napoli molti furono eseguiti in acrobazia. Poi “sparì” per dedicarsi all’attività di medico rinunciando a giocare nella massima categoria, per la quale non si sentiva all’altezza. Molti anni dopo il secondo croato a giocare nel Napoli fu il “genio” Aljosa Asanovic (nella foto). Anche lui in azzurro in un momento tormentato, arrivò per portare classe in una squadraccia già avviata alla Serie B. Ma una condizione fisica ai limiti dell’impresentabile lo resero più un turista che una risorsa, nonostante il valore del centrocampista offensivo rimase indiscusso. Nelle nove partite in cui fu a disposizione gli azzurri persero ben sette volte e pareggiarono due volte. Se non altro Asanovic era famoso, ma il suo successore è passato ancora di più inosservato: Mario Cvitanovic pure vestì l’azzurro quando il Napoli era in Serie B. Arrivato dal Genoa con Brivio in cambio di Baldini, l’esterno sinistro si dimostrò inadeguato anche alla cadetteria, giocando solo quando non se ne poteva fare a meno. Per lui nove presenze da dimenticare. Poi un lungo silenzio fino al giovane Radosevic. Il prossimo colpo, invece, potrebbe essere di ben altro calibro.

Fonte : Giovanni Scotto - Il Roma
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