Il Roma - Quelli che a Pechino c'erano cercano vendetta, uno stimolo in più per battere la Juventus!

21.12.2014
19:00
Redazione

Cosa resta della finale di Pechino? La cerimonia di premiazione disertata dagli azzurri, dopo il diktat presidenziale, dettato dalla cattiva giornata di Mazzoleni e dei suoi assistenti. Resta il rimpianto, per una coppa praticamente conquistata, dopo un primo tempo da grande squadra. E restano alcuni calciatori che quella gara l’hanno giocata. Di quel Napoli, l’ultimo targato Mazzarri, restano otto calciatori, chiamati a “vendicare” il maltolto cinese. Il gruppo dei “vecchi” sarà guidato dal capitano, Marek Hamsik, pronto a scendere in campo dal primo minuto, così come accadde due anni e mezzo fa, quando però la fascia era indossata da Paolo Cannavaro. Lo slovacco venne poi sostituto, al 23’ della ripresa, da Walter Gargano che di li a poco avrebbe salutato la truppa per abbracciare la causa interista. Entrò sull’uno a due il mota, per difendere il vantaggio acquisito meritatamente sul campo. Servì a poco, intervennero altri fattori, decisamente più forti. La difesa, al termine dei centoventi minuti totali di gioco, fu così costretta a capitolare per ben quattro volte e in quel pacchetto arretrato figurava anche Miguel Angel Britos. Titolare all’epoca e probabilmente panchinaro domani, con Benitez che rilancerà la coppia Albiol – Koulibaly. Ci sarà spazio, dal primo minuto, anche per Christian Maggio, altro protagonista di quella finale. Non una gran giornata per l’esterno vicentino, autore di uno sfortunato autogol durante i tempi supplementari. Non c’era Mesto, che avrebbe poi firmato il contratto col sodalizio partenopeo qualche settimana dopo, praticamente sul gong del mercato. Sull’out sinistro galoppava il desaparecido Zuniga, infortunato di lungo corso. Anche per lui, la notte di Supercoppa, non fu felice: doppio giallo in pieno recupero e rosso, decretato dal fischietto bergamasco. E da mediano basso davanti alla difesa giocava Gokhan Inler, uno di quelli ancora in ballottaggio per una maglia. Lo svizzero lasciò poi il campo nel corso dell’extra time, quando l’esito della partita era ampiamente compromesso. Tra le riserve Insigne, in panchina per tutto l’arco del match. Era appena arrivato Lorenzo, dopo lo splendido campionato disputato a Pescara che aveva convinto tutti, tranne Mazzarri, che avrebbe preferito lasciarlo in prestito altrove. Per Insigne, quella sera, non ci fu gloria e la medesima storia si ripeterà anche domani. Stavolta, a lasciarlo fuori dai giochi, sarà quel ginocchio malandrino. Lui si, sarebbe stato animato dal desiderio di riscattare quella sconfitta bruciante, così come tutti i suoi compagni che a Pechino lasciarono sul campo proprio tutto, senza raccogliere un premio che avrebbero senza dubbio meritato. E magari saranno proprio Hamsik e compagni a raccontare ai “nuovi” napoletani i misfatti di quella finale che brucia ancora. Uno stimolo in più per battere la Juventus e per regalare ai tifosi un nuovo trofeo da sistemare, con orgoglio, in bacheca.

Fonte : Il Roma
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