Il Roma: "Zapata scocciato dal lungo prestito all'Udinese, fosse per lui tornerebbe di corsa a Napoli!"
Ci sono quelle vittorie che segnano. Che rappresentano la svolta. O che possono rappresentarla. Udinese-Napoli è una di quelle. Perché arrivata dopo nove anni di attesa. Perché giunta in un momento difficile, nel quale la squadra azzurra sentiva di essere sotto pressione, o comunque sotto gli sguardi esaminatori di critici e tifosi. E poi c’era quel maledetto 3-1 dello scorso aprile. Quello che di fatto tolse al Napoli ogni speranza di lottare per lo scudetto.
UNA SERIE DI FATTORI che avevano reso la partita contro l’Udinese un crocevia delicato, carico di tensione. Non a caso Sarri ha risparmiato qualsiasi ipotesi di turnover: dentro il Napoli migliore, infortuni permettendo. Quello di Gabbiadini, che comunque avrebbe rischiato la panchina, e quello di Albiol, che ha recuperato ma che Sarri non ha voluto rischiare. Poi c’erano i febbricitanti Hamsik e Callejon, che l’allenatore ha ugualmente schierato. Perché contro l’Udinese rigenerata da Delneri serviva soltanto fare risultato. Lo sapeva Sarri, che temeva anche la rabbia di Duvan Zapata, un po’ scocciato di questo lungo prestito in Friuli, e che fosse per lui tornerebbe di corsa a Napoli, magari già a gennaio. Ed è proprio Zapata a essere l’uomo più pericoloso dei padroni di casa. In un “Dacia Arena” con quasi 20mila tifosi l’ex di turno mette in pensiero Reina, ma fortunatamente c’è un ottimo Koulibaly che lo tiene a bada con grande bravura. È un segnale che è la fotografia del Napoli di questi tempi: una squadra solida, che sa cosa fare. Ma che allo stesso tempo prende troppi rischi in difesa e in avanti combina poco. Non ha molte scelte l’allenatore azzurro, costretto ad optare per Mertens falso nueve, con Callejon e Insigne ai suoi lati.
IL NAPOLI NEL PRIMO TEMPO non brilla, ma non corre neanche troppi pericoli. È molto bravo Reina ad uscire in modo imperioso sull’arrembante Zapata. Per vedere la vera squadra azzurra bisogna attendere la ripresa. Serviva una scossa, uno squillo. E perché no, andare in gol alla prima occasione. Finalmente ci riesce il Napoli, che con Mertens che trova Callejon, che la mette in mezzo forte e bassa sul secondo palo dove Insigne deposita agilmente in rete. Vantaggio Napoli che forse non era così meritato, ma che dimostra cosa vuol dire avere la solidità e il cinismo. Insigne si sblocca ed è la seconda grande notizia dopo il gol. Ci voleva la rete per il piccolo attaccante napoletano. Tante buone prestazioni ma zero gol. Ha tanta fame, tanto che trova a breve giro anche il raddoppio: circa dieci minuti e Insigne si regala la seconda doppietta in Serie A. Hysaj sfonda sulla destra, lascia partire un tracciante basso sul secondo palo, Widmer sbaglia il controllo, Insigne ne approfitta e fa 2-0. Raddoppio Napoli, che come un segnale, cambia la partita.
UNO DI QUEI SEGNALI con forte carica simbolica, che rappresentano la svolta. Perché la squadra azzurra prende finalmente il volo e gioca in scioltezza. L’Udinese va in affanno, e le soluzioni offensive di Delneri danno solo l’illusione di poter riaprire per davvero la gara. Il gol di Perica del 1-2 momentaneo è il solito regalo della difesa azzurra, che lascia solo il croato consentendogli di battere di testa Reina. Non accade molto altro, però, perché la squadra azzurra attacca e sfiora anche il terzo gol. Va bene così, però, sperando che la svolta sia davvero arrivata.