Improta: "Jorginho? Di cosa vi meravigliate? Giocava bene anche a due! Higuain si è ritrovato anche a livello affettivo"
Una vita da centrocampista non si dimentica da un giorno all’altro. Chi ha giocato e lottato in mezzo al campo sa cosa significa fare questo mestiere. Gianni Improta è stato osannato dai tifosi del Napoli per sue doti qualitative in un ruolo bello ma delicato. E se oggi dice che Jorginho era forte già quando c’era Benitez bisogna credergli. Il modulo può aiutare ma se si è campioni lo si è sempre e non solo quando un tecnico ti mette in condizioni di dare il massimo. Così come sta facendo Sarri con l’italobrasiliano.
Qual è il suo pensiero su Jorginho? «Possono solo parlare bene. Anche quando giocava a due non demeritava, però è normale che nel momento in cui gioca a tre si trova nel suo habitat naturale. Fa tutto con una semplicità unica e con un rendimento alto. La mentalità è cambiata, i risultati aiutano molto. Lo dissi appena arrivò: “Il Napoli ha fatto un grandissimo acquisto”. Lo abbiamo aspettato un po’ ma alla fine si è rivelato fondamentale. Non ho scoperto nulla, ho detto ciò che vedevo in campo».
Quanto sono fondamentali Allan e Hamsik? «Tantissimo. L’aver dato ad Hamsik il suo ruolo preferito è stata una scelta azzeccata.. Sia il brasiliano che Marek riescono a far rendere al massimo il regista. Sono dei partner ideali per un centrocampo a tre dove il play si esalta bene e più degli altri».
Un centrocampo che serve anche alla difesa... «Dal punto di vista tattico sì. È uno scudo. Nel 4-3-3 in fase di non possesso ti difendi anche a cinque. Mi auguro che il tutto continui perché effettivamente il Napoli ci sta facendo divertire tanto. Sapevamo cosa poteva dare l’attacco, ci aspettavamo risposte per il centrocampo e per la difesa. Adesso quest’ultimi due reparti stanno dando risultati insperati all’inizio della stagione. Tutto sommato ci sono state sorprese per chi non guarda lontano. Sono arrivati i risultati attraverso il lavoro di Sarri. È un po’ di giorni che leggo e sento delle dichiarazioni che arrivano da Torino. La Juve vuole vincere il campionato, perché non lo possiamo dire anche noi. Abbiamo una squadra che al pari delle altre si può giocare il titolo a prescindere dalle scaramanzie».
E Sarri ha stupito sotto tutti i punti di vista... «Ha dimostrato la sua intelligenza calcistica dopo tre giornate. Non appena ha capito che non c’erano i presupposti per fare il modulo a lui caro, ha cambiato in tempo e fortunatamente il Brugge ci ha dato una grande mano. Nel momento in cui rifili cinque gol ai belgi non puoi cambiare subito dopo. E non a caso si è avuto lo stesso risultato con la Lazio. Non si possono adattare troppi calciatori a ruoli non propri».
Chiudiamo sulla condizione impressionante di Higuaìn. Che fenomeno è? «È fortissimo. Due sono stati i motivi che hanno ridato al Pipita l’entusiasmo che gli era venuto meno. Ha trovato prima di tutto un allenatore che gli ha detto subito quello che pensava di lui. Ha recepito il messaggio e si è messo a lavorare con tranquillità. Anche a livello affettivo si è ritrovato. Se uno che ha delle qualità come il Pipita riesce a stare sereno allora si diventa ancora più forti».