Insigne-Izzo, derby tra "scugnizzi": oggi avversari, fuori dal campo amici

17.02.2019
20:30
Redazione

La sfida nella sfida, il passato che ritorna, il sogno realizzato. Insigne sfiderà Izzo, questa sera. Lo farà per l'ennesima volta perché entrambi, cresciuti nel settore giovanile del Napoli, si sono imposti in Serie A, ognuno a modo proprio. Sono riferimenti delle rispettive squadre, talenti orgogliosi partiti dal basso per arrivare in cima alle proprie ambizioni. Un percorso tortuoso, diversi ostacoli ed una passione contagiosa che li ha spinti a dare il massimo, a scavalcare potenziali limiti, a non arrendersi quando le difficoltà parevano ingombranti. Una bella storia, raccontata mille volte, da rivivere in occasione di una partita speciale, per entrambi.

INSIGNE CAPITANO. Lorenzo ritrova Armando con la fascia al braccio, per la prima volta ufficialmente capitano al San Paolo dopo l'addio di Hamsik. Insigne aveva rappresentato la sua squadra già due volte, ma in trasferta: a Firenze e a Zurigo. Stasera indosserà la fascia nel suo stadio, a due passi da casa e dalla famiglia, tra la sua gente. Un riconoscimento importante, per Insigne, contro il Torino che lo aveva scartato - come l'Inter - quando non aveva neppure quattordici anni. Motivo? L'altezza. Il tempo ha confermato si trattasse solo di un falso problema. Ne approfittò il Napoli, che lo accolse nel settore giovanile e l'ha coccolato, anno dopo anno, fino alla definitiva consacrazione. Insigne è un simbolo, un talento, un ragazzo di sani valori e ora anche un capitano leale, il degno erede di Hamsik che è volato in Cina affidando a Lorenzo il prestigio di un ruolo da onorare con personalità e rispetto. 

AZZURRO SFIORATO. Izzo è stato compagno di Insigne nelle giovanili, è del 1992, dunque un anno più piccolo, ma molto presto fu aggregato al gruppo dei più grandi perché già mostrava sicurezza, aveva carattere e qualità, sapeva imporsi e negli occhi brillava la speranza di farcela. Ha avuto un infanzia difficile, Izzo, nativo di Scampia, cresciuto troppo in fretta dopo la scomparsa del padre, diviso tra allenamenti e la cura dei fratelli. Oggi è uno dei migliori difensori del campionato, lo dicono le statistiche, lo conferma il campo. Al Torino ha ritrovato Mazzarri che aveva conosciuto proprio a Napoli. Della sua difesa a tre è un pilastro, un interprete perfetto che ha conquistato con merito anche la maglia della Nazionale. Aveva un sogno, Izzo, e non l'ha (ancora) realizzato: vestire l'altro azzurro, quello del Napoli. La società lo perse alle buste qualche anno fa. Un errore, col senno di poi. Izzo s'è imposto al Genoa ed ora al Torino. All'età di 26 anni è lecito sperare che quel sogno possa ancora realizzarsi, intanto sarà bello tornare al San Paolo e sentirsi a casa. Per il futuro c'è tempo.

Fonte : Il Roma
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