Juve, Agnelli e ‘ndrangheta è tutto vero: spuntano intercettazioni, l'avvocato bianconero diventa 'collaborativo'
«Forse alcune carte non le ha avvocato: quando si dice che il presidente non ha incontrato Rocco Dominello. Continua a dire che non ci sono stati rapporti ma da alcune intercettazioni emerge il contrario». E' cosiÌ che Rosi Bindi, presidente della Commissione Antimafia, ha abbattuto ieri la difesa del legale juventino Chiappero, che ha sempre negato contatti tra Agnelli e Dominello, figlio di un esponente della cosca ‘ndranghetista di Rosarno a cui era stato affidato il controllo della curva e la vendita dei biglietti. Nel corso dell’audizione «mi sono stati letti un paio di passaggi di intercettazioni che francamente io negli atti non ho trovato. Quindi vorrei rendermi conto di quanto viene scritto, vorrei leggere», ha detto l’avvocato che ha chiesto la desecretazione degli atti dell’inchiesta.
In una prima intercettazione il security manager della Juve, D’Angelo, dichiara di aver portato il figlio dell’esponente dell’’ndrangheta da Agnelli e spiega di aver fatto anche delle verifiche su internet su Dominello. In un’altra conversazione, proprio tra il presidente della Juve e D’Angelo, il primo chiama Dominello per nome, facendo capire quindi di conoscerlo. Ma la novita' emersa ieri e' che il legale della Juve si e' mostrato molto piu' collaborativo.