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L'arbitro Chiffi: "Talvolta sbagliamo, costretti a prendere decisioni impopolari ma se non lo facciamo sarebbe la fine del nostro ruolo"
L’arbitro Daniele Chiffi, 38 anni, della sezione di Padova, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Ve ne proponiamo uno stralcio.
L’eccesso di proteste dalla panchina è un problema?
«Ci sono partite che già prima di cominciare si portano dietro storia e tensioni. La protesta in taluni momenti fa parte del contesto e un allenatore se vede qualcosa che non lo convince è portato genuinamente a reagire. L’importante è che si resti nel seminato, che dura quei cinque secondi. Poi si torna alla tranquillità nel rispetto dei ruoli. Ciascuno fa il suo, l’arbitro è costretto talvolta a prendere decisioni impopolari: sarebbe un errore non farlo e la fine del nostro ruolo. Mi critico anche da solo, si deve essere autocritici rivedendo gli episodi. Io riguardo tutta la gara perché mi dà spunti, la rivedo e rifletto su ciò che sarebbe stato meglio fare. Talvolta sbagliamo perché non abbiamo anticipato la lettura del gioco o siamo piazzati male».
Che stagione sarà?
«Il Var è una tutela per tutti. Nel momento in cui non riusciamo ad arrivare con i nostri occhi oppure siamo posizionati male, abbiamo uno strumento che permette di correggere la decisione sbagliata ripristinando la verità del campo. Le squadre sono contente perché si sentono tutelate e noi perché non abbiamo inciso. Iniziamo il settimo anno con il Var, siamo stati i primi a introdurlo e ogni anno si vuole utilizzarlo al meglio».
Il Var può risultare troppo invadente?
«L’obiettivo è correggere l’errore, ci si aspetta che l’intervento avvenga quando è necessaria una valutazione sapendo che c’è un protocollo da rispettare».
Il maxi recupero ci farà rivivere i tempi biblici del Mondiale?
«È stato solo chiarito che vanno conteggiati nel recupero i festeggiamenti».