L'avvertimento de Il Roma: "A gennaio bisogna intervenire sul mercato, Inglese può non bastare"

23.10.2017
22:50
Redazione

Non può essere un pareggio contro l’Inter a reprimere le velleità scudetto del Napoli. Anzi, proprio la sfida contro i secondi in classifica deve aumentare l’autostima del gruppo di Sarri. Poco importa se la stampa del nord e quella delle televisioni importanti abbiano magnificato più Spalletti che il nostro Maurizio. Si sa che chi scrive e parla bene vorrebbe i nerazzurri made in China protagonisti. Ma la carta e le chiacchiere valgono a poco se sul campo poi il Napoli fa la differenza. E il Napoli l’ha fatta anche sabato sera al San Paolo. Ciò che deve rendere orgogliosi gli azzurri è il fatto che l’Inter abbia festeggiato questo pareggio come una vittoria. Addirittura si è parlato di impresa. Chi lo avrebbe mai pensato che un giorno si dicesse una cosa del genere. Si sta parlando di una big che ha fior fior di campioni in formazione. Icardi, Candreva, Perisic, Borja Valero, Gagliardini, Vecino, D’Ambrosio, Nagatomo ed Handanovic non sono gli ultimi arrivati. Anzi, se si va a fare un paragone non c’è storia a livello di qualità e quantità con quelli partenopei. Eppure tutti questi signori sono venuti al San Paolo solo per difendersi e per portarsi a casa un punto. Certo, ci sono riusciti ma la superiorità è stata del Napoli e non certo dell’Inter. Poi se qualcuno vuole far passare un messaggio diverso poco importa.

Intanto in testa alla classifica c’è Sarri. Che nel post gara ha fatto una osservazione che fa pensare. «Ho l’impressione che i ragazzi siano più motivati per il campionato», ha spiegato il toscano. Non è un allarme ma una consapevolezza di ciò che si vive nello spogliatoio. Ognuno degli uomini di Sarri si è convinto che o si vince lo scudetto quest’anno o non si vince più. Ci sono tutte le premesse per farlo, a prescindere dal risultato contro l’Inter. È mancato solo il gol l’altra sera. Sicuramente la brillantezza non è stata la solita ma sarebbe stato assurdo essere al 100% dopo la prestazione con il Manchester City. Mentre quelli dell’Inter erano seduti in poltrona martedì scorso, gli azzurri lottavano alla pari di una delle squadre che puntano alla vittoria della Champions. Scusate se è poco. È naturale che poi Mertens non è sempre lo stesso e va un po’ in difficoltà. Così come Insigne che si portava dietro gli affaticamenti muscolari accusati all’Etihad Stadium. Nonostante ciò, però, le azioni da gol sono state costruite. Si è giocato solo nella metà campo dell’Inter, gli spazi erano chiusi ma se Handanovic è stato il migliore in campo qualcosa vorrà dire. Adesso, però, bisogna guardare avanti ed evitare di fermarsi di nuovo. Anche perché iersera la Juve ha strapazzato l’Udinese ed è tornato a -3 dalla vetta.

Mercoledì si è attesi dagli amici del Genoa. A Marassi non è mai facile ma con le prestazioni del Napoli non ci dovrebbe essere storia. Il problema è arrivare freschi fino a gennaio quando riaprirà il mercato. Ci si chiederà che c’entra il mercato adesso? C’entra, c’entra. L’infortunio di Milik non può passare inosservato. Mertens non è un automa che va in campo ogni tre giorni e segna con continuità. Vale la pena intervenire per un rinforzo. Si continua a parlare di Inglese che ieri ha aiutato il Chievo a vincere il derby con il Verona firmando una doppietta. Ma può essere questo l’elemento capace di far fare il salto di qualità al Napoli per puntare definitivamente allo scudetto? Al momento non lo sappiamo. Anche a gennaio scorso ci emozionammo tutti con l’ingaggio di Pavoletti salvo poi non vederlo mai protagonista. Vuoi perché Sarri lo usava poco, vuoi perché quando fu impiegato fece vedere poche cose del suo repertorio. De Laurentiis e Giuntoli sanno che lo scudetto è alla portata e se dovranno intervenire lo faranno volentieri. Anche in virtù del fatto che in estate si è investito bene poco prendendo Ounas e Mario Rui.

Fonte : Salvatore Caiazza per il Roma
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