L'editoriale di Corbo: "De Laurentiis ripete una frase agli amici su Sarri, il mister voleva un rinnovo impossibile! Ancelotti giocherà come Benitez"

24.05.2018
10:30
Redazione

Antonio Corbo scrive il suo editoriale per l'edizione odierna di Repubblica:  "Ventiquattro maggio, 69 anni oggi. Nel segno del Gemelli,

Antonio Corbo scrive il suo editoriale per l'edizione odierna di Repubblica: 


"Ventiquattro maggio, 69 anni oggi. Nel segno del Gemelli, visionario e orgoglioso, Aurelio De Laurentiis si sveglia dopo una notte finalmente tranquilla.
Penserà alla sua ultima conquista: il nuovo migliore amico. Ora è Carlo Ancelotti. «Sarà pure avido, cinico, vendicativo. Ma se gli dimostri affetto, ti apre il paradiso», dicono nel Napoli. E con Ancelotti è stata immediata l’intesa a Pasqua in California.
Parlarono anche di cinema, che ridere: Carletto e i suoi 4 film.
“L’allenatore nel pallone” con Lino Banfi, numero 1 e 2. “Don Camillo”, “Mezzo destro mezzo sinistro”. Si piacquero anche le signore: Jaqueline, svizzera di Ginevra, da 40 anni moglie di Aurelio e Mariann Barrena McClai, canadese di origine spagnola, donna d’impresa. Le contraddizioni dei Gemelli: amori lunghi e amicizie lampo, se dopo un attimo ti scambi già il tu.
Questa serenità gli ispira il tweet di congedo a Sarri. «Ha regalato alla città e ai tifosi azzurri di tutto il mondo prestigio ed emozioni».
C’è qui il nuovo De Laurentiis: distingue i tifosi di Napoli e gli altri, che calcola in 38 milioni.
L’ampiezza della platea virtuale ne placa l’ira quando ripensa a Sarri che si inchina tre volte davanti alle curve. Lì ritiene che vi sia il tifo ostile. Sbaglia, ovvio. Con il rapido cambio immagine di chi sa montare un film, campo corto e campo lungo, ha cancellato dalla memoria sua e dei tifosi anche l’ostentato applauso al pubblico.
Uno smacco come la rinuncia alla Champions per quel patto scudetto che si è sgonfiato in 91 punti. Chi l’aveva autorizzata? Si è sentito escluso, e si è defilato negli ultimi tempi. Né ha gradito certe formazioni: hanno tolto spazio ai giovani. «Non saprò mai quanto valgono se non li vedo giocare.
Non posso così neanche giudicare il mio direttore sportivo», ripete agli amici. Con Giuntoli il rapporto è ancora solido, avrebbe voluto che ci fosse anche lui alla cena con Ancelotti l’altra sera.
Perché Sarri se ne va? Perché De Laurentiis ha visto nella mente di Sarri, nel suo continuo sfuggire ai colloqui, l’idea che il Napoli fosse un ripiego. Non tollerava neanche le richieste trasversali. Sarri voleva rinnovare solo per un anno con la conferma di tutti i titolari, anche chi può essere ceduto con la penale di svincolo. Impossibile.
Bisogna aumentare gli ingaggi per bloccare le eventuali richieste. Ma concedere solo un anno di proroga è sembrato un doppio errore al Napoli: l’implicita conferma degli insostituibili titolari del patto scudetto, il nuovo stop ai giovani. Con la prospettiva di parlare del contratto per un’altra stagione filata. Più che l’ira di una domenica, è stata una analisi tenuta nascosta per mesi a determinare la svolta.
Perché Ancelotti? Perché arriva una bacheca volante, un uomo da 20 titoli dopo un bravo allenatore che non ha ancora vinto il prmo, ma solo collezionato elogi e record. Perché il sì di Ancelotti è l’impicita sfida alla Juve, club che ricorda con amarezza l’allenatore.
Solo a Torino non ha vinto uno scudetto, dicevano che era bravissimo e perdente. Guarda un po’ che carriera, dopo.
Ancelotti giocherà come Benitez.
4-2-3-1. Si è liberato del 4-4-2 di Sacchi, che pure ha fatto epoca. Il Napoli avrà ancolra il possesso palla come credo. È scritto nella “lectio magistralis” lasciata a Coverciano.Il portatore di palla deve avere sempre tre compagni liberi, tre scelte di passaggio.
Come con Sarri".

 

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