L'editoriale di Corbo: "Negare che il Napoli abbia subito una flessione fisica è difficile da sostenere. Ancelotti passi al 4-3-3"

15.04.2019
09:10
Redazione

Tra un giovedì europeo e l’altro, c’è questa vittoria in Italia tutta da interpretare. Rimane nebulosa fino alla seconda sfida con l’Arsenal. Di positivo l’1-3 di Verona ha un tenue effetto euforizzante, ci voleva. Di incerto ha però il valore del Chievo, ultimo in classifica con 56 punti in meno, tornato proprio ieri in B. Di negativo ha qualcosa in più: il gioco ancora lento, primo tempo come a Londra ancora involuto, né convince la formazione provata, offensiva solo nella lettura nei nomi, in realtà ancorata ad un 4-4-2 che ricorda le belle partite d’autunno come un abito vintage, ormai fuori moda.
Che il Napoli non sia più quello del girone di andata è certificato dai punti. Nelle prime 13 giornate raccolse 29 punti, nelle stesse prime 13 del ritorno appena 23, sei in meno. Negare che vi sia una flessione fisica, oltre ad una serie di malanni muscolari inediti nella storia recente del Napoli, è una tesi difficile da sostenere.
Come miracolistiche appaiono le rivelazioni sull’ultimo patto sottoscritto dai giocatori per raddrizzare la barca. Sono promesse, come il penultimo patto sullo scudetto un anno fa, che piacciono a chi non conosce i marinai. Promesse, patti, parole.
A quattro giorni dall’Arsenal, data senza appello di una stagione, testa o croce, che cos’è il Napoli?
È una squadra in cerca di formula. Quella provata ieri non regge. Se è una prova generale per i quarti di Europa League, l’esito è troppo modesto. Far giocare Mertens, Milik e Insigne, tutti e tre insieme, è un tentativo lodevole nelle intenzioni, ma alla fine deludente. Perché rimane intatto il 4-4-2, con due varianti da non ripetere. Lasciati in avanti Mertens ed il lento Milik, con un bel gol per fortuna, resta fuori Allan e sono costretti ad arretrare Callejon a destra e Insigne a sinistra. Proprio Insigne, quarto mediano a sinistra, offre generosi rientri ma rallenta il gioco, con passaggi all’indietro e troppe palle perse.
La sostituzione di Insigne è inevitabile con Allan. E coincide nella ripresa con il risvegliodel Napoli aVerona, quando la squadra con un Chievo sotto di due gol e rassegnato alla B ritrova fluidità nel gioco ed il terzo gol, il secondo di Koulibaly nella giornata che segna il suo felice recupero dopo un breve fase di inspiegabile opacità. Non segna dal gol della grande illusione: anche quello di testa, alla Juventus, 22 aprile 2018.
Insigne in questo ruolo non fa interdizione, incrociando Meggiorini e l’attivissimo Depaoli che si occupa a sua volta anche di Ghoulam. Il Napoli crea a bassi ritmi, non entra negli spazi, ma avanza con pigrizia intasando l’area, dove Milik non è servito bene. Il suo sinistro esplosivo ed angolato è un tiro vincente nel primo spazio di luce trovato.
Se questa è la prova generale, si scommette che la formazione sarà cambiata. Se il 4-4-2 sarà confermato, uno tra Milik e Insigne è di troppo. Con rientro di Allan inevitabile, per infilare almeno un incontrista e riequilibrare. Dopo giovedì, comunque finisca, è saggio ripristinare il 4-3-3, con Callejon alto a destra e altri due in linea tra Milik, Mertens, Insigne.
Sembra urgente il recupero della migliore condizione fisica. E non sarà una vergogna, appena possibile, il ritorno al passato.
Magari con l’Arsenal, chissà. Non è mai troppo presto per migliorare.

Fonte : di Antonio Corbo per Repubblica
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